In corso il processo nei confronti di una radiologa e due urologi accusati di lesioni gravissime per aver asportato un rene sano al posto di quello malato

Avrebbero agito con scarsa attenzione, con grave negligenza e superficialità. Questa l’ipotesi accusatoria del sostituto procuratore di Lucca nei confronti di una radiologo e due urologi in servizio presso l’ospedale del capoluogo di provincia toscano. I medici avrebbero asportato una formazione neoplastica di 10 millimetri dal rene sano (il destro) anziché da quello malato (il sinistro). Per questo sono finiti sul banco degli imputati con l’ipotesi di reato di lesioni gravissime.
L’episodio risale al 2016. La vittima, un ex imprenditore di 58 anni avrebbe subito danni biologici irreversibili, ma anche danni morali, materiali e soprattutto psicologici.
Il Pubblico ministero, come riporta il Tirreno, ha richiesto una pena pari a quattro anni e sei mesi di reclusione per il medico che eseguì materialmente l’intervento chirurgico e per l’aiuto chirurgo. Quest’ultimo è stato paragonato dal magistrato inquirente al secondo pilota di un aereo:  “deve intervenire se il primo pilota commette una svista”.
Ammonta invece a tre anni e sei mesi la richiesta di pena per la radiologa che effettuò la tac. La specialista avrebbe riscontrato il tumore al rene sinistro indicando però erroneamente quello destro.

Per tutti e tre gli imputati, inoltre, l’accusa invoca la pena accessoria dell’interdizione per un anno dalla professione medica.

Il legale della vittima, costituitasi parte civile nel procedimento, ha avanzato poi una pretesa risarcitoria pari a un milione e 400mila euro. Il tutto al netto della somma di 100mila euro già liquidata dall’Asl.
Per i familiari, la moglie e i due figli, a titolo di provvisionale immediatamente esecutiva sono stati chiesti, invece, 100mila euro ciascuno. Al momento alla parte lesa non sarebbe giunta alcuna proposta di accordo.
 
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