Alimentazione corretta fondamentale nella prevenzione dal cancro

La dieta mediterranea sarebbe un efficace scudo anti cancro. Secondo uno studio condotto dall’università Cattolica e dalla Fondazione Policlinico Gemelli di Roma, il regime alimentare ridurrebbe il rischio di tumore della testa e del collo, una neoplasia tra le più frequenti.

Il lavoro, coordinato da Stefania Boccia, docente dell’Istituto di sanità pubblica della Cattolica, e da Gabriella Cadoni, dottoressa dell’Area testa collo del Gemelli è stato pubblicato sulla testata specializzata ‘European Journal of Cancer Prevention’.

Nel 2015 sono stati oltre 9mila in Italia i nuovi casi diagnosticati, localizzati principalmente nella laringe, faringe e bocca. Fra gli uomini sono i tumori più frequenti dopo il cancro della prostata (35.200), del polmone (29.400), del colon retto (29.100) e della vescica (21.100). Il rapporto fra maschi e femmine è 4 a 1. Il fumo e il consumo di alcolici sono i principali fattori di rischio.

L’équipe di ricercatori ha utilizzato dati relativi a pazienti del Gemelli, per un totale di circa 500 casi di tumore della testa e del collo e oltre 400 persone senza patologie tumorali. L’aderenza alla dieta mediterranea è stata valutata sulla base di un indice cha va da 0 a 12 punti. Sono state considerate sei componenti dietetiche: frutta, verdura, legumi, pesce, carne, alcol, a ognuna è stato assegnato un punteggio di 0, 1 o 2 sulla base delle porzioni assunte giornalmente o settimanalmente.

Il massimo dei voti si ottiene con un consumo giornaliero di frutta superiore alle 2 porzioni (>300 grammi) e di verdura superiore a 2-3 porzioni (>250 grammi), un consumo settimanale di legumi superiore a 2 porzioni (>140 grammi), di pesce superiore a 2-3 porzioni (>250 grammi), un consumo giornaliero di carne inferiore a 1 porzione (<80 grammi) e di alcol tra i 12 e i 24 grammi.

“Dal nostro studio emerge – spiega Boccia – che seguire la tradizionale dieta mediterranea riduce il rischio di tumori della testa e del collo. Nello specifico, chi vantava superiore a 6 aveva un rischio ridotto del 50% rispetto a chi aveva un punteggio minore di 4. E’ stato inoltre osservato che un’alta aderenza alla dieta mediterranea è stata riscontrata solo nel 10% delle persone senza patologie tumorali”.

“La sfida più importante – sottolinea la docente della Cattolica – è quindi come motivare i cittadini ad alimentarsi in modo corretto. Politiche sanitarie efficaci possono e devono influenzare le scelte individuali, informando i cittadini e i professionisti sanitari dei rischi causati da comportamenti alimentari errati”.

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