Sarebbe morta a causa di una valvola ‘infetta’ una donna di 78 anni di Mentana, operata l’11 gennaio e deceduta a giugno.

E’ morta per una valvola mitralica infetta la 78enne di Mentana, deceduta all’ospedale Sant’Andrea di Roma il 15 giugno scorso.

Ma ecco che cosa è accaduto.

La vicenda

Tutto era iniziato l’11 gennaio scorso, quando la donna si era sottoposta a un’intervento cardiaco all’ospedale Tor Vergata.

Subito dopo la sostituzione della valvola, però, erano iniziati i problemi per l’anziana donna.

Sebbene infatti l’operazione fosse all’apparenza, la donna inizia subito ad accusare fibrillazioni.

I medici le giudicano però normali e la dimettono. L’anziana viene trasferita per la riabilitazione nella Casa di Cura Nomentana Hospital, ma qui continuano i problemi.

Febbre e fibrillazioni sono all’ordine del giorno, e rendono necessario un trasferimento urgente al Pronto Soccorso del Tor Vergata.

La signora, però, dopo i controlli, viene rimandata subito in una casa di cura per ultimare il percorso riabilitativo. I medici continuano a ritenere normali i suoi disturbi e dal controllo non emergono particolari criticità.

Nessuna anomalia viene riscontrata anche in occasione della visita di controllo sostenuta dall’anziana il 17 febbraio presso il Tor Vergata.

I medici auspicano però che venga scelto un cardiologo di fiducia, e ne segnalano una alla famiglia. Si tratta di una dottoressa dell’ospedale Sant’Andrea dove, nel mese di marzo, la donna esegue una serie di accertamenti e visite di controllo che però danno esito negativo.

La salute della donna, a causa della valvola mitralica infetta, continua a peggiorare. Il giorno di Pasqua accusa un malore e viene portata d’urgenza al Pronto Soccorso del Sant’Andrea e di qui trasferita nel reparto di Neurologia.

Le condizioni di salute peggiorano rapidamente finché i medici non decidono di sottoporre la signora a un esame specifico al cuore “transesofageo”.

Ed è qui che i medici notano la valvola mitralica infetta e piena di “vegetazione” del batterio stafilococco. Era questo a causa continue ischemie cerebrali di cui nessuno si era accorto.

A quel punto, viene subito attivata una terapia antibiotica mirata. La donna viene trasferita nel reparto di Terapia Intensiva, dove rimane fino al 6 maggio.

Tuttavia, l’antibiotico non migliora la situazione e i medici ventilano l’ipotesi di un nuovo intervento per sostituire la valvola.

Il cardiochirurgo però, mette in guardia i familiari sui rischi di un’operazione simili su un soggetto già molto debilitato. La famiglia decide quindi di rinunciare.

Lentamente arriva qualche miglioramento, ma il 15 giugno arriva un peggioramento improvviso che la conduce alla morte.

La famiglia ha quindi fatto un esposto in Procura che ha aperto un’inchiesta sulla vicenda, aprendo un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo.

Tra le richieste della famiglia c’è quella di disporre l’esame autoptico e il sequestro di tutte le cartelle cliniche per accertare eventuali responsabilità da parte dei medici che hanno avuto in cura la donna.

In seguito all’esposto, il Pubblico Ministero della Procura di Roma, dott.ssa Maria Rosaria Guglielmi, ha aperto un procedimento penale. Il 19 giugno è stato inoltre conferito al medico legale dott. Antonio Oliva e al dott. Vincenzo Arena, cardiochirurgo del Policlinico Gemelli e docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’incarico di effettuare l’autopsia sulla salma della defunta, presso il reparto di Medicina Legale del Gemelli.

Si attendono ora i risultati della perizia per capire se ci siano eventuali responsabilità dei medici.

 

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