La diffusione sempre maggiore del Virus Yamagata sta portando complicanze tra gli anziani, a testimonianza del fatto che il vaccino non è sufficiente

È sempre più seria la situazione di picco influenzale in tutta la Penisola, e la colpa è anche del virus Yamagata. Un virus contro cui, per proteggersi, il vaccino trivalente non basta.

A dirlo è Fabrizio Pregliasco, ricercatore dell’Università di Milano e Direttore sanitario IRCCS Galeazzi.

“Quello che stiamo verificando – spiega il virologo – è un aumento recente della circolazione del virus Yamagata, che è una famiglia dei virus influenzali di tipo B”.

Infatti, “tale virus circolava già lo scorso anno ma non ha colpito in modo massiccio – spiega – mentre a prevalere la scorsa stagione è stato invece il virus B denominato Vittoria”.

Come spiegato da Pregliasco, anche quest’anno non si prevedeva una diffusione del virus Yamagata, “perché i virus influenzali più diffusi e circolanti sono quelli di tipo A”.

Non solo.

Il virologo sottolinea anche che “le vaccinazioni antinfluenzali disponibili sono quella trivalente, che protegge dai virus AH1N1, AH3N2 ed il virus B, e quella quadrivalente che prevede una protezione più ampia contro il virus B”.

Al contrario, aggiunge, “la trivalente non assicura una protezione totale contro quest’ultimo virus”. Ciò in quanto, le sue ‘famiglie’ circolanti possono essere varie.

Pertanto, l’incremento vertiginoso di casi che si sta registrando nell’ultimo periodo, avrebbe una spiegazione. Potrebbe infatti essere parzialmente ricondotto “al fatto che le persone che hanno avuto somministrato il vaccino trivalente possono essere risultate non protette rispetto alla famiglia Yamagata del virus B”.

Tuttavia, sottolinea Pregliasco, “il motivo principale dell’aumento dei casi è dovuto al fatto che i virus B colpiscono prevalentemente i giovani ed i bambini”.

Questi infatti fungono da “untori”, agevolando la diffusione della patologia.

Infatti, come testimoniato dall’ultimo bollettino di  Influnet dell’Istituto superiore di sanità, nella scorsa settimana si sono registrati 802.000 nuovi casi.

Sarebbero infatti ben 3 milioni gli italiani che sono stati colpiti dall’influenza.

La fascia di età più colpita è quella dei bambini al di sotto dei cinque anni. In questo range di età si osserva un’incidenza pari a circa 28,5 casi per mille assistiti. Mentre, tra i 5 e i 14 anni, è pari a 15,1.

Inoltre, continuano a crescere i casi nei giovani adulti. Tra loro, l’incidenza è pari a 13,4 e negli anziani con 8,1 casi per mille assistiti.

Quest’ultima categoria di persone risulta essere quella più a rischio.

Come afferma Pregliasco, “si registra inoltre la maggiore incidenza di complicanze, con un aumento di oltre il 20% di accessi ai Pronto soccorso soprattutto per casi di polmonite, una complicanza da non sottovalutare”.

 

 

 

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