Intervista all’avvocato dei genitori della bambina morta dopo 12 ore dal parto: ecco cosa è successo

“Avvocato, che succede adesso a queste persone?” E’ questa la domanda che la giovane di Vico Equense, in provincia di Napoli, ha rivolto al suo avvocato subito dopo aver perso la figlia, la bambina morta dopo 12 ore dal parto.
“Quando le ho risposto che se fosse confermato il reato di natura colposa avrebbero continuato a fare il proprio lavoro di medico”, racconta a Responsabile Civile l’avvocato Vincenzo Propenso, “è scoppiata in un pianto dirotto. Fa una tenerezza incredibile”.
La giovane si era recata presso l’ospedale De Luca e Rossano di Vico Equense a fare dei controlli di routine, ma era stata ricoverata per delle anomalie riscontrate nel tracciato. Nonostante dei dolori terribili e altri tracciati che confermavano la gravità della situazione, il parto è stato rimandato e, una volta in sala, non è stato fatto subito il cesareo.
La bambina è nata ma ha riportato delle gravissime conseguenze da asfissia. Trasportata d’urgenza al reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale Monaldi di Napoli, la bambina non ce l’ha fatta, ed è morta la sera stessa.
E’ la prima volta che l’avv. Propenso si trova dal lato dei pazienti. Finora, mi racconta, nel contenzioso medico legale si è sempre occupato di difendere i medici dalle accuse di aver mal operato. “Ma questa è una storia terribile, come padre ne sono stato colpito duramente, ho deciso di difendere questa giovane coppia”.
Quando gli chiedo di raccontarmi la vicenda, ci tiene a sottolineare che è assolutamente prematuro fare qualsiasi pronostico su come andrà a finire, siamo solo all’inizio della parte giudiziaria. Attualmente sei medici sono stati indagati, c’è la denuncia dei due genitori per un’ipotetica sofferenza fetale della bambina, solo pochi giorni fa è stata effettuata l’autopsia e si è ancora in attesa dei risultati.
“Il giovane padre, quando gli è stato comunicato il decesso della piccola, senza rivolgersi a nessuno, nemmeno ad un avvocato, si è recato direttamente in commissariato a sporgere denuncia”, continua l’avv. Propenso.
Secondo quanto riferito dalla giovane coppia, la ragazza ha avuto una gestazione regolare. Il 21 maggio va in ospedale per fare un tracciato, aveva dei leggeri dolori ma la visita era di routine, programmata in precedenza. Il medico le consiglia di ricoverarsi poiché dal tracciato risultavano delle piccole contrazioni e una leggera dilatazione in corso.
Viene ricoverata verso le 12.00, e viene sottoposta a controlli periodici ogni due o tre ore, accompagnati da tracciati. Col passare del tempo i dolori aumentano, e la sera diventano proprio forti.
La notte sta malissimo e, verso le 4.30, chiede di partorire. La dottoressa in turno le dice di aspettare il primario, che sarebbe arrivato alle 8.00, e che intanto le somministravano dei calmanti per lenire il dolore.
Il primario, al suo arrivo, vede i tracciati e ritiene che ci sia ancora tempo prima del parto. Poco dopo arriva un’ostetrica che fa un nuovo tracciato, e comunica al primario che il tracciato “non è buono” e che quindi sarebbe meglio far partorie la ragazza. “Il primario ha redarguito l’ostetrica e l’ha accusata di aver sbagliato a effettuare il tracciato”, precisa l’avv. Propenso. Alle 11.30 la ragazza sta malissimo, e un nuovo tracciato ne riscontra la sofferenza.
“Soltanto alle 12.00 decide di portarla in sala parto, ma nemmeno in quel momento la sottopone al cesareo. Parliamo di una ragazzina esile, minuta, con i fianchi piccoli, al primo parto, ma il medico è contrario al cesareo e decide di provare con il parto naturale. Dopo diversti tentativi, che durano parecchio, soltanto quando finalmente è chiaro che non c’è alcuna speranza che la ragazza possa partorire decidono finalmente di sottoporla al taglio cesareo ed estraggono la bambina, quasi esamine”.
La bambina viene subito trasportata al reparto di terapia intensiva neonatale del Monaldi di Napoli, e la sera la bambina muore.
“Il medico del Monaldi ha detto al padre che la bambina è stata portata lì troppo tardi. Il padre, senza chiamare avvocato e nessun altro, è andato in commissariato e ha sporto denuncia”.
L’autopsia è stata effettuata dal dr. Antonio Sorrentino e dal dr. Botta, conclude l’avv. Propenso, “è già evidente che la bambina è morta a seguito di gravissimi danni da asfissia, celebrali e non solo”.

Ersilia Crisci

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