Uno studio italiano ha scoperto che il fegato grasso o steatosi epatica è una patologia che colpirebbe maggiormente chi nasce con un basso peso

La cosiddetta patologia del “fegato grasso” o steatosi epatica sarebbe correlata al fatto di nascere con un basso peso. Lo ha rivelato recentemente uno studio italiano condotto dai ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e dal Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino, il quale ha dimostrato per la prima volta il nesso esistente tra il basso peso alla nascita e la possibilità di sviluppare forme più gravi di steatosi epatica.
A coordinare la ricerca – pubblicata sulla rivista scientifica “American Journal of Gastroenterology” – è stato il prof. Valerio Nobili, responsabile di Malattie Epatometaboliche dell’Ospedale Bambino Gesù.
Lo studio ha preso in esame 208 bambini e adolescenti affetti da steatosi epatica e nati piccoli per età gestazionale (quindi con un peso inferiore al 10° percentile), evidenziando come questi pazienti tenderebbero a sviluppare, nel corso degli anni, forme più gravi di fegato grasso rispetto a pazienti affetti dalla stessa malattia ma nati con un peso adeguato all’età gestazionale. Di quelli che sono nati con un basso peso, circa il 69% ha sviluppato una steatosi severa. Dunque, questo dato incrementerebbe di almeno 4 volte il rischio di sviluppare la patologia del fegato grasso.
Una scoperta, questa, che potrà rivelarsi fondamentale sul fronte della prevenzione, in quanto i bambini che nascono con un basso peso potranno essere monitorati più attentamente poiché a maggiore rischio di sviluppo della patologia del fegato grasso. Inoltre il monitoraggio consentirà di prevenire l’insorgenza di questa patologia o comunque potrà permettere di diagnosticarla per tempo.
La steatosi epatica non alcolica, conosciuta volgarmente come “fegato grasso”, è la malattia di fegato più diffusa nel mondo occidentale e colpisce tra il 5 e il 15% della popolazione pediatrica generale, anche se questa percentuale sale fino al 40% tra la sottopopolazione di bambini obesi. La malattia è determinata dall’accumulo di trigliceridi all’interno delle cellule del fegato, è asintomatica e spesso si arriva a diagnosticarla quando le analisi di laboratorio rivelano un incremento anomalo delle transaminasi, campanello d’allarme che conduce poi alla diagnosi definitiva. Il fegato grasso è una patologia dinamica che, se non adeguatamente trattata, può evolversi nel tempo e cronicizzarsi degenerando anche in fibrosi epatica e nell’epatocarcinoma.
“Queste evidenze – ha spiegato Valerio Nobili, responsabile di Malattie Epatometaboliche del Bambino Gesù – forniscono la possibilità di applicare adeguate politiche di prevenzione nei confronti della popolazione di bambini SGA (Small for Gestational Age) che potranno essere precocemente monitorati per evitare l’insorgenza di steatoepatite. Inoltre, nel caso di pazienti già affetti da fegato grasso, il compito dei pediatri sarà quello di considerare i nati piccoli per età gestazionale come bambini con un maggior rischio di sviluppare forme gravi della patologia e di essere quindi più stringenti nel controllo della malattia”.

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