“Smettiamo di cercare i mostri sotto al nostro letto quando realizziamo che sono dentro di noi”. Questa frase, tratta da una celebre serie televisiva, potrebbe essere l’incipit di un libro che parla di crisi ambientali e indotti industriali. Da Casale Monferrato a Bagnoli, da Taranto a Sarroch (Ca), fino a toccare Crotone. L’Italia è piena di siti che hanno inquinato o continuano ad inquinare la terra, il mare e tutto ciò che ci circonda, mietendo centinaia di vittime tra le popolazioni residenti nei pressi dei poli industriali.
Uno degli ultimi appelli registrati è quello di un ventenne di Crotone, Davide Mellace, che attraverso i social network sta sensibilizzando l’opinione pubblica sulla “Terra dei veleni”. Qui il mostro si chiama “ex Sin” un indotto composto da due stabilimenti che lavoravano piombo, rame, arsenico, cadmio e zinco. Ecco cosa scriveva circa 13 anni fa il Ministero dell’Ambiente sulle zone adiacenti la fabbrica: “Rappresentano (i siti, ndr.) un forte pericolo d’inquinamento sull’area circostante. Si sospetta la presenza di rifiuti sanitari pericolosi. La vulnerabilità della falda e dei corpi idrici superficiali, la pericolosità dei rifiuti abbancati senza alcuna opera di protezione, la vicinanza a centri ad elevata pericolosità sanitaria ed ambientale”.
A Crotone sono stati scaricati illegalmente circa 350 mila tonnellate di rifiuti tossici. Nulla è stato fatto in questi anni. Nel frattempo, molta gente moriva, e muore tutt’oggi, di tumore dove sono stati riscontrati molti casi di leucemia infantile. Vi riportiamo la lettera del ragazzo pubblicata pochi giorni fa su Facebook:
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Mi chiamo Davide Mellace, ho venti anni e sono di Crotone, la Terra dei veleni.
Qui la gente si ammala in continuazione di tumore e molta muore, soprattutto bimbi con leucemie. A Crotone sono stati scaricate illegalmente 350.000 tonnellate di rifiuti tossici.
Nella mia famiglia mio padre ha avuto il linfoma di Hodgkin, mia cugina anche, e due anni fa mia madre un tumore al seno. Io sono stanco.
Come è stanca la gente crotonese di sentire “hai visto Antonio? Ha un tumore!”.
Non se ne può più.
Mia madre qualche anno fa ha creato una pagina su Facebook chiamata ‘Crotone ci mette la faccia’ dove ha postato una sua foto con un cartello in mano con scritto “Sono Tina, ho 47 anni e sto lottando. Non voglio che i miei figli si ammalino di tumore”. Da lì a poco la pagina arriva a 19 mila mi piace e tantissime persone pubblicano foto con cartelli in mano ricordando i loro parenti defunti a causa del cancro o parlando in prima persona della loro malattia.
Io ho venti anni e ho paura a vivere qui”.
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