Continua il confronto tra Ministero della Salute e sindacati medici sul Ddl appropriatezza. A farne le spese, però, sono anche i pazienti
Mentre continua un acceso confronto con il Ministero della Salute sugli effetti del Ddl appropriatezza che ha imposto un giro di vite sulle prescrizioni e nuove regole sulle ricette facili continuano ad arrivare, anche da parte dei pazienti, segnalazioni di disagi e difficoltà.
Spesso, infatti, sono proprio i malati cronici a trovarsi bloccati tra medici di famiglia e specialisti, dovendo rinunciare alla gratuità di alcuni esami, che, invece, gli spetterebbe di diritto.
La riprova è la storia di una paziente oncologica milanese, riportata dalla AdnKronos Salute: operata per un carcinoma al seno qualche anno fa, durante un’ecografia mammaria di controllo le viene riscontrato un nuovo nodulo. I risultati dell’esame, però, sono dubbi e andrebbero approfonditi e per questo contatta l’oncologa che l’aveva avuta in cura. Per velocizzare e avere la certezza di essere ricevuta proprio dalla dottoressa in questione, la paziente fissa la visita in intramoenia, con relative spese a suo carico.
L’incontro con l’oncologa impone una nuova ecografia a stretto giro. Per questo la paziente viene rimandata dal medico di famiglia con l’appunto della specialista. A questo punto, però, arriva il no del suo medico di base che teme che la firma di due prescrizioni uguali, a distanza di così pochi giorni, possa essere giudicata come comportamento inappropriato, dando luogo alla relativa sanzione. La paziente è costretta quindi a sottoporsi privatamente all’esame.
Lo stesso succede di nuovo con un’altra visita, questa volta cardiologica, resasi necessaria in seguito. “Io non oso più neanche insistere con il mio medico di famiglia – racconta la paziente all’AdnKronos Salute – Lei è sempre stata brava e scrupolosa, molto attenta alla mia situazione clinica. Ma per avere una prescrizione ora mi sento quasi una ladra che gli ruba lo stipendio. E’ come se avesse le mani legate”.
Eppure, l’ecografia mammaria di approfondimento per una paziente oncologica, non risponde a limitazioni prescrittive, come assicurano anche i sindacati medici. La vicenda dimostra, però, che la paura delle sanzioni blocca (immotivatamente in questo caso) le mani al medico di base.
«Arrivano molte segnalazioni su medici impauriti dal decreto appropriatezza, un provvedimento con cui ancora la categoria deve familiarizzare» spiega la Fimmg. «Nello specifico ci viene segnalato che alcune prestazioni vengono negate ai pazienti» come chiarisce il segretario regionale per la Lombardia, Fiorenzo Corti, che quindi, ha lanciato un appello: «In attesa di ulteriori chiarimenti sull’effettiva applicazione del decreto e di disposizioni precise dalle autorità regionali, invitiamo i colleghi a comportarsi secondo scienza e coscienza, soprattutto nei confronti dei pazienti più fragili. E dei pazienti oncologici per i quali, è bene chiarirlo, non è prevista alcuna limitazione sugli esami utili per una diagnosi precoce e per il trattamento della loro patologia».