Per l’ ex presidente Fnomceo occorre trovare uno strumento che consenta di favorire ulteriormente l’indirizzo dell’azione di risarcimento verso la struttura fatto salva la rivalsa

E’ in corso presso la 12ª commissione permanente Igiene e Sanità del Senato la discussione in merito al disegno di legge “Disposizioni in materia di responsabilità professionale del personale sanitario”.
“La 12ª Commissione del Senato – afferma a Responsabile Civile il relatore del Ddl, il senatore del Partito Democratico Amedeo Bianco – ha ricevuto dalla Camera un testo sulla responsabilità professionale già ampiamente attento e corrispondente alla esigenza di affermare nel nostro ordinamento da una parte un sistema equo e bilanciato di responsabilità in ambito sanitario che nulla sottragga ai legittimi interessi di un cittadino che riceva un danno ingiusto nel corso di una prestazione sanitaria o socio-sanitaria. E, dall’altra – prosegue Bianco – di definire un contesto nel quale i professionisti sanitari possano operare con maggiore serenità, autonomia e responsabilità”.

Bianco spiega come il lavoro della 12ª Commissione del Senato si sia concentrato su alcuni aspetti migliorativi del testo. Tra questi, uno dei più sensibili, riguarda l’esposizione diretta dei professionisti sanitari, operanti in strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private, alle azioni di risarcimento, che comporta la necessità oggettiva di provvedere alla relativa copertura assicurativa, oltre che a quella relativa alla rivalsa per dolo o colpa grave. “Lo sforzo che stiamo compiendo in questa fase – sottolinea l’ex presidente Fnomceo – è quello di trovare uno strumento che, nel rispetto dell’ordinamento vigente, consenta di favorire ulteriormente l’indirizzo dell’azione di risarcimento verso la struttura fatto salva la rivalsa. Come è facilmente comprensibile, su tale previsione è necessario acquisire un ampio consenso dei molteplici stakeholder coinvolti”.

Il DdL, che introduce un doppio profilo di responsabilità, contrattuale per le strutture ed extra contrattuale per gli esercenti in esse e per esse operanti, ha suscitato e continua a suscitare nel diritto vivente interpretazioni differenziate. “Personalmente – sottolinea il senatore PD – ritengo che tale impostazione sia coerente con le differenti posizioni dei soggetti e che, in ogni caso, non modifica il quadro di garanzie per il cittadino che, vorrei ancora sottolinearlo, è e resta un orientamento costante del legislatore”.

Bianco entra poi nel merito di uno dei temi più caldi collegati al DdL, ovvero quello della medicina difensiva. “Da anni sostengo che non è opportuno formulare proiezioni di costi attribuibili alla cosiddetta medicina difensiva – rimarca il senatore – mancando a tutt’oggi nel nostro paese una sistematica analisi in merito (corrisponde a tale esigenza un’analisi in corso da parte dell’Agenas). E’ invece valido il principio secondo il quale i costi dell’inappropriatezza connessa a comportamenti difensivi, qualunque essi siano, sono costi da aggredire e abbattere e questo obiettivo si può e di deve conseguire modificando l’intero sistema a partire dalla sicurezza delle cure, dal miglioramento delle pratiche tecnico-professionale, ridisegnando i profili di responsabilità civile e penale dei professionisti rivalutando e incoraggiando il ruolo delle imprese di assicurazione che in questo settore sono oggettivamente latitanti”.

Circa la tempistica per l’approvazione del DdL, Bianco ricorda che si tratta di un provvedimento inserito nel Programma nazionale riforme che, come è noto, è allegato al Def, e quindi va chiuso entro l’anno, “Naturalmente – conclude il senatore – speriamo di chiudere molto prima lavorando in stretto coordinamento con i colleghi della Camera”.

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1 commento

  1. Certo che fa rabbrividire leggere che non si sanno gli effetti di un comportamento e quindi bisogna “attivarsi” per tagliare gli effetti che non si conoscono!
    Questa legge ha dei punti oscuri che inficano l’idea di “riequilibrare” un sistema già equilibrato in tutto tranne che: 1) nella incapacità del legislatore a “costringere” le compagnie ad assicurare visto che sul ns territorio fanno tanti utili e che se hanno un ramo in perdita, dunque, non sconvolgerebbe nessuno.
    2) nella capacità di formare un fondo vittime della malasanità a carico di tutte le parti ed in primis, lo stato, poi le compagnie, quindi strutture e medici e in ultimo anche i cittadini (questa sarebbe una giusta tassa).

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