Nel periodo gennaio-agosto 2019 le denunce di infortunio sul lavoro hanno fatto registrare un decremento dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2018

Diminuisce il numero delle denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di agosto. Complessivamente sono state 416.894, 1.641 in meno rispetto alle 418.535 dei primi otto mesi del 2018 (-0,4%). I dati rilevati al 31 agosto, nello specifico, evidenziano a livello nazionale un decremento dei casi avvenuti “in occasione di lavoro”, passati da 357.737 a 353.316 (-1,2%), e un incremento del 4,6%, da 60.798 a 63.578, di quelli “in itinere”, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro. Ad agosto 2019 il numero degli infortuni denunciati è diminuito dello 0,8% nella gestione Industria e servizi, mentre è rimasto stabile in Agricoltura ed è aumentato dell’1,3% nel Conto Stato.

A livello territoriale l’analisi evidenzia una diminuzione delle denunce di infortunio sul lavoro nel Nord-Ovest (-0,5%), nel Nord-Est (-0,7%), al Sud (-1,0%) e nelle Isole (-0,2%). In controtendenza il Centro, che presenta un aumento pari allo 0,7%. Tra le regioni che hanno fatto registrare i decrementi percentuali maggiori spiccano il Molise (-7,2%) e il Friuli Venezia Giulia (-2,6%), mentre gli incrementi più consistenti sono quelli di Sardegna (+2,7%) e Umbria (+1,6%).

Il lieve calo che emerge dal confronto dei primi otto mesi del 2018 e del 2019 è legato esclusivamente alla componente maschile, che registra un -0,7% , a differenza di quella femminile, in aumento dello 0,1%.

Per i lavoratori extracomunitari si registra un incremento degli infortuni denunciati del 3,6%, mentre le denunce dei lavoratori italiani sono in calo dello 0,9% e quelle dei comunitari dell’1,6%.

Dall’analisi per classi di età, infine, emergono aumenti tra gli under 30 (+2,3%) e tra i 55 e 69 anni (+2,4%). Diminuiscono del 2,6%, invece, le denunce dei lavoratori della fascia 30-54 anni, nella quale rientra oltre la metà dei casi registrati.

In calo anche le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale.

In totale sono state 685, ovvero 28 in meno rispetto alle 713 dei primi otto mesi del 2018 (-3,9%). Con la rilevazione dei dati al 31 agosto – sottolinea l’INAIL – si registra, pertanto, un’inversione di tendenza rispetto al trend in aumento che aveva caratterizzato i primi sette mesi del 2019 rispetto all’analogo periodo del 2018.

La spiegazione di questo calo è legata soprattutto agli “incidenti plurimi”, con cui si indicano gli eventi che causano la morte di almeno due lavoratori. Tra gennaio e agosto di quest’anno sono stati 15, prevalentemente su strada, per un totale di 30 vittime. Nei 15 incidenti plurimi avvenuti nei primi otto mesi dello scorso anno, invece, le morti sul lavoro sono state 61.

A livello nazionale, i dati rilevati al 31 agosto di ciascun anno evidenziano 23 denunce in meno per i casi mortali occorsi “in itinere” (da 215 a 192) e cinque in meno per quelli avvenuti “in occasione di lavoro” (da 498 a 493).

Il decremento, a livello gestionale, riguarda esclusivamente l’Industria e servizi, con 29 casi in meno (da 617 a 588). Nel Conto Stato, invece, le denunce sono state 10 in entrambi i periodi, mentre in Agricoltura è stato denunciato un caso mortale in più (da 86 a 87).

Dall’analisi territoriale si osserva una diminuzione delle denunce di infortuni con esito mortale solo nel Nord-Ovest (da 195 a 174) e nel Nord-Est (da 182 a 159). In controtendenza il Centro (da 129 a 141), e le Isole (da 56 a 60). Stabile il Sud, con 151 casi in entrambi i periodi. A livello regionale spiccano i decrementi rilevati in Veneto (-21 casi mortali denunciati) e in Liguria (-20) e gli incrementi nel Lazio (+18) e nella provincia autonoma di Bolzano (+10).

L’analisi di genere, nel confronto tra i primi otto mesi del 2019 e del 2018, mostra un andamento decrescente per entrambi i sessi: 16 casi mortali in meno per gli uomini (da 643 a 627) e 12 in meno per le donne (da 70 a 58).

In diminuzione le denunce di infortunio con esito mortale per i lavoratori italiani (da 589 a 559) ed extracomunitari (da 88 a 82), mentre tra i comunitari si registrano otto casi in più (da 36 a 44).

L’analisi per classi di età mostra decrementi tra gli under 20 (-5 decessi), nella fascia 25-44 anni (-20) e in quella 55-69 anni (-49), a fronte di due morti in più per i lavoratori tra i 20-24 anni e di 46 in più per quelli tra i 45 e i 54 anni.

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