Il camice bianco, specializzato in urologia e nefrologia, era accusato del decesso di una donna di 72 anni morta per una emorragia per lesione iatrogena all’arteria renale durante un intervento chirurgico


Il Tribunale di Torino ha condannato a 10 mesi di reclusione, con sospensione condizionale della pena, un medico specializzato in urologia e nefrologia in servizio all’ospedale gradenigo di Torino. Il camice bianco era finito a giudizio per omicidio colposo a conclusione delle indagini condotte dalla Procura del capoluogo piemontese sul decesso di una 72enne morta a causa di una emorragia per lesione iatrogena all’arteria renale durante un intervento chirurgico.

Il fatto risale al novembre del 2017. Come ricostruisce Repubblica la paziente doveva essere sottoposta all’asportazione di un rene, in cui si era sviluppata una recidiva tumorale.

Al professionista viene addebitato di aver operato la donna in laparoscopia, in una sala non predisposta per la chirurgia vascolare e senza che fosse presente un chirurgo vascolare, chiamato quando ormai era troppo tardi.

Secondo il Pubblico ministero, inoltre, la tecnica impiegata non sarebbe stata adeguata in considerazione del fatto che sarebbe stata già evidente una fragilità parietale.

L’inchiesta, scaturita dall’esposto presentato dai familiari della vittima, ha visto il coinvolgimento di 11 consulenti tra periti nominati dalla magistratura e dalle parti.

Nel processo, che si è svolto con il rito abbreviato, si erano costituiti il marito, i tre figli, la sorella e la nipote della signora. A loro favore, il Giudice ha disposto, a carico dell’imputato, il versamento di una provvisionale di 860 mila euro. “Un segnale forte”, secondo il legale dei congiunti, mentre l’avvocato dell’urologo parla di “sentenza inaspettata” e preannuncia ricorso in appello, dopo la lettura delle motivazioni del Tribunale, per dimostrare la correttezza dell’operato del suo assistito.

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