Endometriosi ovarica e inutile intervento chirurgico di isterectomia totale (Tribunale Napoli, Sentenza n. 5577/2022 pubbl. il 06/06/2022).

Endometriosi ovarica in luogo di patologia tumorale erroneamente diagnosticata.

La paziente cita a giudizio l’azienda ospedaliera e precisa che:

a)        veniva ricoverata con diagnosi di ingresso ca ovarico ; veniva sottoposta ad esami specialistici ed indagini di laboratorio e le veniva praticata una tomoscintigrafia che evidenziava: incremento della captazione del tracciante in corrispondenza dell’ispessimento parietale della grossolana formazione cistica a sede annessiale sinistra intensa e diffusa captazione osetomidollare del tracciante;

b)        veniva sottoposta ad ecografia che evidenziava: utero in asse di volume normale, ovaio sinistro in sede ad ecostruttura finemente mista per la presenza di una formazione iposonica di 28 mm di verosimile origine luteale. Ovaio destro in sede regolare. La pelvi è occupata da multiple concamerazioni a contenuto transonico come per quadro aderenziale esteso. Il quadro non è di univoca interpretazione ed è utile rivalutare la condizione dopo il prossimo ciclo mestruale , nonché a markers tumorali  con esito negativo;

c)         veniva sottoposta ad intervento chirurgico di isteroannessiectomia bilaterale dal quale risultava: “La pelvi è sede di flogosi e numerose aderenze. L’annesso sx è sede di una grossa cisti. Si asporta l’annesso e si invia per es. istologico intraoperatorio (esito negativo). L’annesso di dx è sede di cisti dall’aspetto macroscopico, il tipo e la flogosi pelvica sono indicativi di endometriosi si posizionano i drenaggi. Chiusura a strati”;

d)        veniva dimessa con la diagnosi di endometriosi ovarica ;

e)        dopo una settimana dalla dimissione perveniva il referto dell’esame istologico con esito negativo per la presenza di neoplasia maligna;

f)         I successivi controlli medici escludevano la presenza di patologia tumorale dell’organo e/o dei distretti e, pertanto, confermano la diagnosi ei endometriosi ovarica e la errata diagnosi di patologia tumorale.

In particolare, la donna censura che i sanitari non le diagnosticarono correttamente la natura della patologia ovarica in atto (cistica e non tumorale) e non valutarono adeguatamente l’esito dei vari esami clinici, di laboratorio e strumentali praticati ed in particolare l’esito negativo degli esami sulla ricerca degli antigeni specifici del cancro ovarico, che escludevano la presenza di K ovarico. Nonostante ciò, infatti, decidevano per l’asportazione delle ovaie e la conseguente definitiva perdita di capacità riproduttiva.

Nella CTU viene evidenziato :

“1)       in data 18 -10 -2010 la sig.ra si recava per algia addominale all’Ospedale ove veniva sottoposta ad indagine ecografica che mostrava: utero di volume nei limiti della norma ad eco struttura omogenea endometrio sottile. A carico dell’annesso di sinistra si visualizza la presenza di numerose formazioni cistiche a contenuti anecogeno. Scarsamente liquido nel Douglas , ad ecografia transvaginale ed a TC del torace ed addome ;

2)        La consulenza chirurgica, alla luce dei markers negativi e del referto TC consigliava un prelievo transvaginale per la tipizzazione del contenuto della neoformazione annessiale sinistra di 10 cm.;

3)        Praticava PET -TAC da cui si evinceva “Incremento della captazione del tracciante  in corrispondenza dell’ispessimento parietale della grossolana formazione cistica a sede annessiale sinistra. Si segnala, inoltre, intensa e diffusa captazione osteo midollare del tracciante”;

4)        L’esame ecografico pelvico transvaginale mostrava ”utero in asse con segni di fibrosi. ovaio sinistro con presenza di formazione iposonica di 28 mm di verosimile origine luteale ed annesso di destra in sede e regolare. Di contro la pelvi era caratterizzata da un quadro aderenziale” ;

5)        Nonostante tale esito strumentale in data 2.11.10 veniva sottoposta, previo consenso, ad annessiectomia bilaterale. La diagnosi intraoperatoria estemporanea mostrava un reperto negativo per neoplasia, ma segni la valutazione delle sezioni definitive e l’esteso campionamento hanno mostrato parenchima ovarico sede di piccole cisti follicolari, corpi lutei, corpi albicanti e frequenti aree di depositi di emosiderina, possibili segni indiretti di lesione da endometriosi e/o corpi lutei emorragici e/o esiti di focolai emorragici . Anche la biopsia sul fegato data esito negativo per lesioni maligne”;

6)        Veniva dimessa dai sanitari con diagnosi definitiva di: endometriosi ovarica e prescritto solo il routinario follow -up clinico ……(….)…..Siamo di fronte ad un caso di difficile interpretazione con una cartella clinica assolutamente incompleta. In realtà mentre è giustificata l’asportazione dell’annesso sinistro con sospetto di neoplasia ovarica, non si capisce perché i colleghi chirurghi hanno continuato ad operare demolendo anche l’altro ovaio (destro) ma salvando l’utero senza aspettare la negatività dell’esame istologico intraoperatorio. Nella cartella clinica non vi è una giustificazione di questo e, quindi, dobbiamo prendere atto che mentre l’asportazione dell’Ovaio di sinistra aveva una sua giustificazione clinica, anche se con marcatori tumorali negativi, l’asportazione dell’annesso di destra è sicuramente non giustificabile soprattutto perché si trattava di una donna di 32 anni nel pieno della sua capacità riproduttiva…….(…..)…..    La paziente, dopo l’asportazione dell’annesso di sinistra su cui era stato posto il sospetto di neoplasia e dopo aver inviato la massa ovarica di sinistra per l’esame istologico intraoperatorio, subisce una nuova annessiectomia, quello dell’annesso di destra, che all’età di 32 anni la priva del tutto della capacità riproduttiva e la spinge in una menopausa chirurgica che sicuramente non ha nessuna giustificazione clinica , soprattutto analizzando la cartella clinica, peraltro assolutamente impropria nella sua trascrizione, con cancellazioni”.

In sintesi, il comportamento dei Sanitari risulta corretto per l’ annessiectomia sx e l’invio dell’ovaio per esame istologico intraoperatorio. A questo punto, i chirurghi dovevano fermarsi e ricevuta la diagnosi intraoperatoria di negatività per carcinoma e positività per endometriosi dovevano considerare l’atto operatorio concluso e non proseguire a demolire ovaio controlaterale la cui asportazione è totalmente ingiustificata.

In conclusione, i Consulenti accertano nella percentuale complessiva del 20% il danno permanente. Tuttavia,  il rapporto  con la condotta censurabile è inerente solo alla perdita di un ovaio in età fertile che è stato ritenuto valutabile con una percentuale dell8% tenuto conto della giovane età della paziente all’epoca dei fatti. A tale percentuale viene associata una quota di danno biologico per lo stato ansioso-depressivo reattivo conseguente al danno ingiusto subito e confermato dalla relazione psichiatrica allegata in atti. Nel complesso il danno iatrogeno viene valutato nella misura del 12%, per l’importo di euro 32.036,00.

Viene, infine, accolta la richiesta risarcitoria avanzata dal marito della paziente per danno riflesso e tale danno viene liquidato equitativamente, per la quota/parte prevista per il danno morale corrispondente ad una lesione con postumi del 12%, e cioè in euro 6.720,00.

Avv. Emanuela Foligno

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