Sono numerosi e notevoli i disagi e i danni subiti da centinaia di passeggeri che hanno visto voli annullati in seguito all’incendio del Terminal 3 di Fiumicino. Bisogna distinguere due discorsi: il rimborso e l’eventuale risarcimento danni.

Per quanto riguarda il rimborso, è dovuto dalla compagnia aerea e il regolamento comunitario numero 261 del 2004 all’articolo 5 ne fissa  la modalità: esso infatti è dovuto entro 7 giorni dalla richiesta.

Discorso a parte merita l’eventuale risarcimento. Questa volta bisognerà rivolgersi alla società che gestisce l’aeroporto quindi nella fattispecie Adr (che poi a sua volta potrà rivalersi e/o condividere la responsabilità con chi affittava o gestiva le aree oggetto dell’incendio).

In questo caso non sembra particolarmente utile un’azione di massa, se non per dividere i costi. Infatti ogni passeggero avrà una storia differente e quindi un danno peculiare di cui chiedere compensazione.

Il singolo cittadino potrà rivolgersi ad Adr con una diffida anche non necessariamente formale, quindi senza l’ausilio di un legale, e chiedere il risarcimento dei danni. Nel caso in cui Adr non dovesse dare esito alla richiesta, ci si dovrà rivolgere a un legale.

In ragione dell’entità dei risarcimenti (quasi certamente inferiori a 50.000 Euro) la materia rientra nei casi di applicazione della “negoziazione assistita” prevista dal D.L. 132/2014, entrato in vigore lo scorso febbraio. E in questo caso si può anche pensare di agire collettivamente: un legale che rappresenti un gruppo nutrito di danneggiati potrebbe gestire la negoziazione con Adr e ottenere un risarcimento forfettario per tutti i viaggiatori. Questo strumento di risoluzione della controversia presenta il vantaggio di presentarsi nei confronti del responsabile con un fronte compatto con maggiore forza negoziale, e di ottenere chiarezza sull’atteggiamento del responsabile in tempi molto brevi. Qualora la negoziazione assistita non avesse esito favorevole, si potrebbe sempre agire giudizialmente.

Avv. Domenico Dodaro

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