Riconosciuta la responsabilità del datore e della committente per la morte di un lavoratore caduto da un altezza di sette metri per la frattura di una lastra in eternit mentre stava lavorando alla manutenzione di una scuderia; disposto risarcimento alle parti civili

Il tribunale monocratico di Palermo ha condannato a 4 anni e 2 mesi di reclusione per omicidio colposo il datore di lavoro di un uomo che stava lavorando alla manutenzione di una stalla quando, camminando sul tetto della struttura, era caduto da un altezza di sette metri a causa della frattura di una lastra in eternit, riportando una serie di lesioni che, a distanza di 11 giorni e nonostante un intervento chirurgico, lo avevano condotto al decesso.

Condannata a otto mesi, con sospensione della pena, anche la rappresentante di un’associazione dilettantistica di equitazione che aveva preso in affitto la scuderia e dato l’affidamento per lo svolgimento dei lavori. I due sono stati anche condannati A risarcire i parenti della vittima, che si sono costituiti parte civile nel processo.

Il fatto, come riporta Palermo Today, risale al maggio del 2016. Come ricostruito dalla Procura, l’operaio non solo non sarebbe stato messo in regola, ma non avrebbe neppure ricevuto alcuna formazione sui rischi; inoltre, non gli sarebbero stati forniti neanche i più elementari dispositivi di sicurezza. E proprio il mancato rispetto delle regole sulla sicurezza da parte del datore, secondo il Giudice, avrebbe determinato la tragica fatalità.

Alla committente dei lavori, invece, era addebitato di aver affidato la manutenzione della scuderia ad un’azienda senza requisiti e di non avere poi vigilato sull’adozione da parte della ditta delle comuni norme di prudenza, perizia e diligenza.

La redazione giuridica

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