La componente femminile rappresenta oltre la metà dei futuri medici di medicina generale. Maio (FIMMG): ripensare i modelli organizzativi e le conseguenti scelte contrattuali finora proposte. Le professioniste saranno chiamate a svolgere un ruolo da protagoniste basato su fiduciarietà, prossimità e domiciliarità

Le donne rappresentano il 60% dei futuri medici di medicina generale, ma ancora oggi i dati mostrano che la componente femminile della professione, in tutte le regioni italiane, percepisce in media compensi inferiori rispetto ai colleghi. L’analisi del contesto attuale e i possibili scenari futuri sono stati al centro della tavola rotonda “Speriamo che sia femmina?” che si è svolta al 76° Congresso FIMMG-Metis in corso a Villasimius.

“C’è la necessità di ripensare al modello assistenziale per la nostra professione – dichiara Tommasa Maio, segretario nazionale di FIMMG Continuità Assistenziale – mettendo al centro la componente femminile”. Questa, infatti, al momento rappresenta oltre la metà dei futuri medici di medicina generale e in futuro potrebbe crescere ulteriormente.

I medici di famiglia nei prossimi anni dovranno affrontare l’ondata di pensionamenti in assenza di adeguata programmazione in entrata, adattarsi ai cambiamenti del contesto socio-demografico della popolazione italiana, prendendo in carico pazienti sempre più frequentemente anziani e fragili.

“Le professioniste – prosegue Maio – saranno chiamate a svolgere un ruolo da protagoniste della Medicina generale basato su fiduciarietà, prossimità e domiciliarità. Una sfida che le porterà a dover acquisire competenze professionali e personali che rendano possibile la compatibilità tra vita privata e professione”.

“Saranno le donne – conclude la rappresentante della Federazione dei mmg – a rappresentare la parte prevalente delle forme aggregative della medicina generale e del territorio e a doversi formare nella capacità di gestire uno studio medico. Per questo bisognerà ripensare i modelli organizzativi della medicina generale e le conseguenti scelte contrattuali finora proposte”.

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