Oms: prevenire i decessi registrandone il numero e analizzandone le cause

I dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sono impressionanti. Ogni anno 303mila donne muoiono durante la gravidanza o il parto. Due milioni e 700mila bambini, invece, perdono la vita nei primi 28 giorni di vita, mentre sono due milioni e 600mila quelli che nascono morti. Molti di questi decessi potrebbero essere evitati con cure di qualità.

I rapporti ufficiali sottostimano la reale portata della mortalità materna fino al 30% nel mondo, arrivando al 70% in alcuni paesi. Quasi tutti i bambini nati morti e la metà di tutte le morti neonatali, invece, non vengono registrate con un certificato di nascita o morte, e quindi non sono mai state rilevate e analizzate nel sistema sanitario.

I Paesi spesso non conoscono il numero esatto di decessi né tantomeno le loro cause, e di conseguenza non sono in grado di prendere provvedimenti efficaci e tempestivi per prevenirli

Per migliorare la raccolta dei dati sulle morti materne e neonatali l’Oms ha appena pubblicato 3 documenti: il primo è sul sistema standard di classificazione, in modo ad esempio da collegare le condizioni della donna incinta, come diabete e ipertensione, alle morti durante il parto. Prima non c’era un sistema di classificazione comune ai paesi ricchi, a basso e medio reddito; la seconda pubblicazione è una guida su come analizzare le morti individuali, per implementare possibili soluzioni; il terzo documento, infine, è invece finalizzato a rinforzare i processi di revisione della mortalità materna in ospedali e cliniche.

“Dobbiamo far sì che tutte le nascite e morti siano contate – commenta Ian Askew, dell’Oms – e capire come prevenirle in futuro, indipendentemente da dove accadano”.

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