La povertà sanitaria è in crescita nel nostro paese. Chi ne risente di più e cosa possiamo fare per arginare questo grave problema sociale?

Dal rapporto ‘Donare per curare’ emerge che la povertà sanitaria è in crescita nel nostro paese, cresce il numero degli assistiti e la richiesta di farmaci.
Povertà sanitaria in crescita. È questo il dato allarmante che emerge dal rapporto annuale ‘Donare per curare’ promosso dalla Fondazione Banco Farmaceutico e da Bfr Research.
I dati parlano chiaro, purtroppo. Il numero degli assistiti ha superato le 580 mila unità, con un balzo del 4%.

Povertà sanitaria in costante aumento

I dati che emergono dal rapporto sono preoccupanti anche nel confronto con gli anni passati.
Nel 2015 i 1722 enti assistenziali deputati a fornire assistenza ai più deboli hanno fatto richiesta di farmaci per 1,3%, nel 2016 il dato è cresciuto fino all8,3% per arrivare a sfiorare oggi il 10%. Negli ultimi cinque anni si registra una crescita complessiva del 27,4%.
Tra i 580 mila assistiti crescono gli italiani. La richiesta di assistenza avviene soprattutto dagli adulti pari al 65,2% del totale, di questi il 59% sono italiani e il 68,9% stranieri. Diminuisce il numero degli anziani che si rivolgono agli enti assistenziali, -5,2%.
Ma è soprattutto tra i giovanissimi che cresce la povertà sanitaria, +3,2%. Di tutti gli assistiti uno su 5 è minorenne, pari al 21,6%, e gli italiani crescono del 4,5% rispetto agli stranieri che hanno un incremento solo dell’1,5%.

Diminuisce ancora il budget a disposizione per la spesa sanitaria

In media si spendono 659€ l’anno per le spese mediche, cifra che scende a 106€ per la popolazione meno abbiente. 17 euro in meno rispetto all’anno scorso.
L’accesso alle cure mediche è un problema che riguarda anche il 10% degli italiani non poveri. Anche per loro permettersi il ticket è ormai difficile e il 23% non ha potuto acquistare farmaci nell’ultimo anno.
Dall’indagine “Nuove povertà e bisogni sanitari” condotta da Doxapharma  si evince che circa un italiano su 2 ha dovuto rinunciare ad acquistare farmaci negli ultimi 12 mesi. 1 italiano su 4 rinuncia almeno una volta all’anno ad effettuare visite mediche o esami specialistici. Per una famiglia su 3 anche gli esami del sangue rappresentano un sacrificio
Ad essere penalizzati soprattutto casalinghe, pensionati e lavoratori precari, chi ha un titolo di studio più basso, chi ha più figli e chi vive al Sud.
La legge 166/2016
Come ricorda Mario Melazzini, direttore generale dell’Aifa, non bisogna mai dimenticare che “Dietro ai numeri e alle statistiche ci sono persone e si nascondono disuguaglianze nell’accesso ai farmaci, problemi di aderenza ai trattamenti, scarse informazioni e un generale peggioramento delle condizioni di salute”. È quindi indispensabile un attivismo globale della società per limitare un fenomeno sociale dalla crescente portata.
“Sia all’interno che all’esterno del perimetro del Ssn, – continua Melazzini – persistono sacche di cittadini italiani e stranieri che rinunciano alle cure o alle prestazioni mediche per ragioni che hanno a che fare con il proprio reddito. L’obiettivo delle istituzioni, e in questo AIFA è assolutamente in prima linea, è limitare l’impatto dei fattori socio-economici sullo stato di salute degli italiani”.

Dalle istituzioni una prima ed importante risposta si ha con l’approvazione della legge anti sprechi.

Sulla scia di un’omologa legge francese, nel settembre del 2016 è stata approvata in Italia la legge 166/2016. Una legge che ha semplificato il quadro normativo di riferimento rendendo più accessibile e conveniente la donazione, grazie anche all’introduzione di sgravi fiscali per imprese, supermercati e aziende che intendono donare eccedenze.
A differenza della norma francese che si interessa esclusivamente delle derrate alimentari l’Italia regolamenta – con l’articolo 15 della legge – anche la donazione dei farmaci. È infatti possibile donare medicinali non utilizzati, correttamente conservati e non scaduti alle onlus che dispongano di personale sanitario.
Si possono donare anche farmaci con etichette sbagliate, purché le irregolarità non riguardino la data di scadenza del prodotto o l’indicazione di sostanze che provocano allergie e intolleranze.

Cosa possono fare i cittadini?

Combattere la povertà sanitaria è un obiettivo che coinvolge lo stato e le aziende ma anche i singoli cittadini.
Prima della donazione è però opportuno limitare lo spreco dei farmaci. Secondo alcune stime il 40% degli italiani conserva in casa medicinali scaduti, frutto di acquisti compulsivi, auto-prescrizioni e auto-sospensioni delle cure. Comportamenti che non ledano solo alla salute del singolo ma che incidono su tutta la popolazione. I medicinali vanno comprati e assunti solo sotto indicazione del medico curante e una volta finita la terapia, i medicinali non vanno lasciati nel cassetto ma donati – laddove sia possibile – per aiutare chi non può permettersi l’acquisto.
È infatti possibile donare medicinali anche se si è privati cittadini. Ogni anno dal 2000 si tiene in tutta Italia la Giornata di raccolta del farmaco istituita dal Banco Farmaceutico Onlus.
Ma le donazioni si possono fare anche tutto l’anno perché in molte farmacie sono sempre presenti appositi contenitori in cui donare i farmaci senza obbligo di prescrizione di cui non si ha più bisogno.

Barbara Zampini

 
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