In una lettera, il presidente Cnop Fulvio Giardina invita a una riflessione sulla figura dello psicologo come professione sanitaria

Il presidente del Cnop (Consiglio Nazionale Ordine Psicologi) – Fulvio Giardina – ha inviato una lettera pubblica a Quotidiano Sanità invitando a una riflessione sul ruolo dello psicologo come professione sanitaria, recente riconoscimento frutto dell’approvazione del ddl Lorenzin.

Giardina, ricordando che il 22 dicembre scorso il Senato ha convertito in legge il DdL Lorenzin, ha ricordato in primis alcuni aspetti normativi.

“All’articolo 1 della legge 18 febbraio 1989, n. 56, è premesso il seguente: ‘Art. 01. – (Categoria professionale degli psicologi) – 1. La professione di psicologo di cui alla presente legge è ricompresa tra le professioni sanitarie di cui al decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 13 settembre 1946, n. 233, ratificato dalla legge 17 aprile 1956, n. 561’”.

“La professione di psicologo – prosegue Giardina – è annoverata tra le professioni sanitarie, attraverso cui si da piena applicazione all’articolo 32 della Costituzione ‘La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.’”.

Secondo il presidente Cnop, di fatto “si chiude un periodo, quasi trentennale, in cui la professione di psicologo, fin dalla sua costituzione nel 1989, si è gradualmente sedimentata nel tessuto sociale del paese”.

Un periodo che per Giardina ha visto lo psicologo come professione sanitaria acquistare non solo sempre più dignità, ma affrontare anche sfide diverse, così come “profonde crisi sociali ed economiche che hanno determinato insicurezze relazionali e progettuali”.

Tuttavia, il presidente Cnop ricorda anche un altro aspetto importante, ovvero l’avere una propria collocazione all’interno del sistema ordinistico vigente nel nostro paese.

“Purtroppo – scrive Giardina – bisogna segnalare che l’attuale criticità della psicologia italiana è l’esagerato numero di iscritti all’Ordine professionale”. Un dato, secondo il presidente Cnop, frutto di una politica universitaria non governata da una vision nazionale.

“All’Ordine nazionale – ammette – sono iscritti 105.000 psicologi, con un rapporto di 581 abitanti per ogni psicologo (senza contare gli studenti in psicologia).”

Una situazione che, per il presidente Cnop, non è più possibile ignorare.

“Così come non si può ignorare l’inadeguatezza del percorso formativo, ancora articolato in un improduttivo 3 + 2 (appena lo 0,28% è iscritto alla Sezione B dell’Albo), rispetto ai compiti sempre più complessi cui lo psicologo è chiamato a dare risposte”.

Tra le proposte avanzate nella missiva a Quotidiano Sanità, Giardina evidenzia che nel mondo della scuola “dovrà essere attivato il necessario servizio di psicologia scolastica. Nel mondo del lavoro finalmente l’esposizione al rischio di stress lavoro correlato dovrà trovare risposte congrue grazie alla presenza dello psicologo competente. Nel mondo della giustizia, sempre più articolato nelle problematiche della famiglia e dell’infanzia, non si potrà fare a meno del contributo dello psicologo”.

E aggiunge come “il passaggio pieno tra le professioni sanitarie rende più forti, più stabili, più chiari i margini dell’attività psicologica rispetto a quella svolta dai non esercenti questa professione, con indubbio vantaggio per gli utenti e per gli psicologi”.

In conclusione, Giardina plaude alla legge attuale, poiché accredita lo psicologo come professione sanitaria in modo più chiaro ed evidenziandone ancor più la funzione sociale.

 

 

 

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