Dati sul rischio clinico denunciano che Campania e Calabria sono le regioni con mortalità più alta per cure tardive o sbagliate

Secondo i recenti dati del Centro per i diritti del Cittadino relativi al rischio clinico, Campania e Calabria sono le due regioni dove si muore di più per cure tardive o sbagliate. In queste due regioni l’81% dei casi di malasanità si conclude col decesso del paziente.
Il dato viene anche confermato dalla Commissione Parlamentare d’Inchiesta sugli errori in campo sanitario che, nel quinquennio 2009-2012, ha registrato 570 denunce per casi di malasanità.
Di questi, 117 riguardavano la Sicilia, 107 la Calabria, 37 la Campania, e 36 la Puglia e la Emilia-Romagna.
Insomma, escludendo l’Emilia-Romagna, sembra essere il Meridione quello perennemente in sofferenza per quanto concerne malasanità e rischio clinico.
“La Campania in particolare” si legge nel rapporto “è una delle regioni che è più a rischio di tutte: tagli al personale, posti letto carenti, chiusura di ospedali e l’utilizzo di sedie a rotelle in mancanza delle barelle”.
Per rispondere a questa situazione, il 29 giugno scorso l’ANAAO, la FADOI e l’AME hanno dedicato una giornata di formazione per tutti gli operatori sanitari, indipendentemente dal ruolo e dall’ambito professionale, finalizzata proprio a migliorare la gestione del rischio clinico.
Secondo il segretario regionale ANAAO, Bruno Zuccarelli, “il sistema di gestione del rischio clinico è per noi una condizione imprescindibile per un sistema sanitario più sicuro ed efficiente. La sicurezza dei pazienti è uno dei fattori determinanti la qualità delle cure ed è uno degli obiettivi prioritari che il Sistema Sanitario Nazionale deve porsi”.
Comprendere, infatti, quali siano nello specifico le criticità nell’organizzazione sanitaria e nella gestione del rischio clinico diventa il presupposto necessario per lo sviluppo di interventi mirati nella riduzione dello stesso.
“Oggi – spiega il responsabile scientifico Vincenzo Nuzzo – l’apertura dell’Ospedale del Mare, dotato di tecnologie all’avanguardia che consentono un’assistenza sanitaria di alta qualificazione e specializzazione che vede anche nuove assunzioni che la regione Campania si è impegnata ad avviare, si pone, in questo scenario critico, come una risposta significativa al bisogno della salute dei cittadini campani e alla riduzione del rischio per gli operatori della salute”.
Sempre secondo Nuzzo, infatti, la creazione dell’Ospedale del Mare è importante anche in virtù della programmazione sanitaria, in quanto il nosocomio “si impegna a diventare un polo di eccellenza e una struttura di riferimento per tutto il panorama della sanità campana che finalmente può farle cambiare rotta e farla uscire da questo contesto problematico”.
 
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