La sacca di sangue era stata preparata per il paziente del letto accanto. L’uomo poi deceduto versava già in gravissime condizioni. Tra 90 giorni arriveranno le motivazioni della sentenza.

Un medico e una infermiera dell’ospedale Misericordia di Grosseto sono stati condannati a 4 mesi e a quattromila euro ciascuno per il caso di una trasfusione sbagliata: il paziente, un anziano già in gravi condizioni, poi morì.

Il giudice Andrea Stramenga avrà ora 90 giorni di tempo per depositare le motivazioni della sentenza.

A quel punto si potrà capire perché il medico e l’infermiera, difesi dagli avvocati Luciano Giorgi e Carlo Valle, siano stati condannati a quattro mesi di reclusione con pena sospesa e 4mila euro ciascuno come provvisionale, rimettendo davanti al giudice civile la richiesta di risarcimento danni presentata dalla famiglia.

La vicenda

Tutto è avvenuto il 25 agosto del 2013, quando in seguito a una trasfusione sbagliata un uomo era poi deceduto.

Nel reparto di Rianimazione, un anziano si trovava ricoverato in condizioni disperate, e la sacca di sangue che aveva ricevuto era stata invece preparata per il paziente del letto accanto.

Sulle condizioni già gravissime dell’uomo hanno insistito gli avvocati Giorgi e Valle, durante tutte le udienze.

Medico e infermiera erano stati rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio colposo per quella trasfusione sbagliata e la loro difesa si è basata sul nesso di causa-effetto.

Per i legali, infatti, l’anziano non sarebbe comunque sopravvissuto, nemmeno se non avesse subito quell’errore.

La condanna inflitta dal giudice Stramenga è di poco inferiore rispetto a quanto chiesto dal sostituto procuratore Maria Navarro.

Quanto alla difesa dei due sanitari, questa ha chiesto il proscioglimento di entrambi gli imputati.

Secondo gli avvocati, “i polmoni del paziente erano ormai epatizzati e non avrebbero ripreso la loro funzionalità – dicono i due avvocati – L’errore che è stato commesso, anche alla luce di quanto spiegato dai consulenti tecnici della Procura”.

Per i legali della difesa né il medico né l’infermiera avrebbero colpe.

Ora si attendono le motivazioni della sentenza di condanna che arriveranno, come previsto, entro 90 giorni.

 

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