La Cassazione fa il punto sul reato di molestie precisando che anche solo una telefonata, se volgare e offensiva, è sufficiente a integrare il reato di molestie

Con la sentenza n. 52099/2018, la Corte di Cassazione ha stabilito che basta una telefonata per configurare il reato di molestie. E questo vale anche se l’imputato ammette di aver sbagliato numero.

La vicenda

Nel caso di specie, un uomo è stato condannato per il reato di molestie alla pena dell’ammenda di 300 euro per una telefonata rivolta a una conoscente. In questa conversazione, la donna si è sentita rivolgere frasi grette e offensive dal suo interlocutore.

E, per la Cassazione, è sufficiente una telefonata a integrare il reato di molestie, se il suo contenuto risulta oltraggioso per la sua interlocutrice. Pertanto, è scatttata la condanna.

Nello specifico, la sentenza del giudice di primo grado ha dichiarato la responsabilità dell’imputato per il reato di cui all’art. 660 c.p. condannandolo all’ammenda di € 300,00 con sospensione condizionale della pena.

La sentenza si fondava sulla testimonianza della vittima. La donna aveva riferito di aver ricevuto sul suo cellulare una chiamata da un’utenza non identificata. Nel corso della conversazione, l’interlocutore, un conoscente di sesso maschile, aveva proferito espressioni dal contenuto osceno e volgare, che hanno costretto la donna a chiudere immediatamente la chiamata.

Le indagini hanno provato che la chiamata proveniva effettivamente dall’imputato, che la persona offesa ha dichiarato di conoscere, anche se superficialmente.

Ritenuta provata l’identità del soggetto, il giudice di prime cure ha ritenuto che le espressioni rivolte alla donna configurino il reato di molestie.

L’uomo ha quindi fatto ricorso in Cassazione ritenendo, tra i vari motivi, non provata la provenienza della chiamata e contestando la sussistenza del dolo.

A suo avviso, aveva chiamato per errore la vittima, convinto di aver contattato una escort.

Per la Cassazione, però, non rileva che l’imputato abbia digitato un numero diverso da quello che aveva intenzione di digitare, così come non ha importanza che la chiamata rivolta alla vittima sia stata una sola. Pertanto, il ricorso è stato rigettato.

Secondo gli Ermellini, un telefonata è più che sufficiente a configurare il reato di molestie, specie se contiene espressioni offensive e volgari.

 

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