Appello dello Smi al ministro della Salute per arginare il problema della violenza agli operatori del Ssn, soprattutto al Sud

Il prossimo 28 marzo i sindacati medici incontreranno il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli. Al centro della discussione il nodo irrisolto, e sempre attuale, della violenza agli operatori del Ssn.

Intanto,  le violenze nelle sedi di guardia medica, nei pronto soccorso, negli ospedali, continuano, soprattutto nelle regioni del meridione. Il segretario del Sindacato medici italiani, Pina Onotri, ricorda in particolare la gravissima aggressione di Trecastagni, in provincia di Catania.

Il riferimento è alla vicenda che pochi mesi fa vide una dottoressa subire violenza sessuale nei locali di guardia medica. Un caso che determinò una forte reazione istituzionale, in particolare da parte di Ministero e sindacati.

Il problema, tuttavia, a distanza di mesi è ancora aperto. Lo ha denunciato nelle scorse ore lo stesso camice rosa vittima della violenza. In un’intervista, sottolinea Onotri, il medico ha denunciato come quell’ambulatorio, il luogo dello stupro, dopo tante promesse, sia passato da essere un ‘tugurio di serie C a un tugurio di serie A’.

Lo Smi, quindi, pur valutando positivamente l’istituzione dell’Osservatorio ministeriale, chiede al ministro della Salute e alle Regioni di prevedere delle misure urgenti per arginare il fenomeno.

“Il 28 riporteremo questa nostra protesta anche alle istituzioni ordinistiche”, afferma Onotri. Il segretario Smi evidenzia come verrà messo sul tavolo il pacchetto di proposte dell’Associazione. Una serie di misure che hanno ricevuto il sostegno di quasi 30 mila cittadini con una raccolta di firme. L’obiettivo dell’iniziativa è la definizione urgente e l’avvio di politiche di contrasto alla violenza.

Oggetto delle proposte sono le strutture, spesso fatiscenti e inadeguate e quindi da modernizzare; del il controllo del territorio, con l’integrazione tra forze dell’ordine e guardie private e con il rafforzamento della video sorveglianza; ma soprattutto la stesura di una legge di tutela dei pubblici ufficiali che sia efficace anche per i medici.

 

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