Assumere probiotici in gravidanza dimezzerebbe i tempi del parto. L’inaspettata scoperta del dott. Raffaele Nigro, ginecologo dell’ospedale di Arco (TN)

Secondo la definizione ufficiale di FAO e OMS, i probiotici sono “organismi vivi che, somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute dell’ospite”.
Secondo le linee guida fornite dagli stessi enti internazionali, sono definiti probiotici solo quei microrganismi che si dimostrano in grado, una volta ingeriti in adeguate quantità, di esercitare funzioni benefiche per l’organismo.
I requisiti da soddisfare sono molteplici, innanzitutto la sicurezza nell’impiego nell’uomo (i microrganismi probiotici non devono essere portatori di antibiotico-resistenze acquisite e/o trasmissibili; l’essere attivi e vitali a livello intestinale in quantità tale da giustificare gli eventuali effetti benefici osservati in studi di efficacia; essere in grado di persistere e moltiplicarsi nell’intestino umano ed essere in grado di conferire un beneficio fisiologico dimostrato. Tuttavia la colonizzazione intestinale da parte dei probiotici è temporanea, termina alla sospensione della loro assunzione (in alcuni lavori si parla di riscontro non oltre sei mesi).
Dal punto di vista etimologico, il termine “probiotico” deriva dall’unione della preposizione latina pro (“a favore di”) e del sostantivo βίος (bios, “vita”). Vivono nell’intestino che già Ippocrate definì come il nostro secondo cervello.
Esso ospita naturalmente una variegata popolazione di microrganismi – microbiota (col termine microbiota infatti si intende la popolazione di batteri, funghi, virus e protisti che convivono con noi. ) – che nella loro interazione svolgono anche un’importante funzione nella difesa immunitaria ma le funzioni non molteplici e molte ancora ignote alla scienza. Quando si crea la disbiosi, si rompe cioè l’equilibrio fra la quantità di batteri buoni e quelli dannosi, iniziano i problemi. La salute intestinale infatti è sempre di più spesso messa in relazione con patologie più o meno invalidanti come colon irritabile, diarrea, neuropatologie e addirittura patologie epatiche e tumorali. Negli ultimi anni si parla anche di di endocrino microbiologia per l’importanza del microbiota nelle funzioni endocrinologiche ormonali del nostro organismo.
Gli attuali studi scientifici hanno dimostrato la validità dei probiotici nel decorso di alcune patologie legate soprattutto all’inefficienza del sistema immunitario e se assunti in gravidanza sembrano ridurre notevolmente l’incidenza di allergie nei neonati ad alto rischio e sono utili nella prevenzione del parto pretermine.
A questo proposito uno studio condotto dal dottore Raffaele Nigro, ginecologo dell’ospedale di Arco (TN), istituto specializzato oltretutto nella procreazione medicalmente assistita, ha rivelato l’efficacia dei probiotici durante la gestazione nel ridurre sensibilmente il tempo del travaglio. Fino a poco tempo fa si è creduto che l’utero e le tube di Falloppio e la placenta, fossero luoghi sterili e la prima esposizione ai microbi avvenisse durante il parto. Si sa invece ora che gli organi riproduttivi sono tutti ricchi di batteri, in particolare il Lactobacillus. I ricercatori hanno suggerito che questi microbi influenzano l’ovulazione, l’embrione di maturazione, il numero di spermatozoi e la motilità di impianto e risultati complessivi di fecondazione in vitro.
Per tutto il 2015 il dottor Nigro si è concentrato sull’uso dei probiotici in gravidanza e ne ha studiato l’effetto su un campione di 127 donne a cui ha prescritto il trattamento con probiotici dalla 30° alla 40° settimana di gravidanza confrontandole con un gruppo di donne (stessa razza, età, istruzione) come gruppo di controllo (279 donne) che invece non sono state trattate con i probiotici.
Nel gruppo trattato il dottor Nigro ha riscontrato numerosi cambiamenti. Solo il 2% delle 127 donne trattate ha riportato PROM, la rottura prematura delle membrane amnio-coriali, “che determina perdita di liquido amniotico (…) indipendentemente dall’età gestazionale in cui si verifica l’evento”. Secondo l’Agenzia italiana del Farmaco la PROM a termine (dopo la 37ªsg) avviene nel 10% circa delle gravidanze. Circa il 90% di queste entrano in travaglio spontaneamente entro 48 ore dall’evento http://www.farmaciegravidanza.gov.it/patologie-operatori-sanitari/rottura-prematura-delle-membrane-amniocorali-prom
Nel gruppo di controllo non trattato la percentuale era del 31%. Lo studio ha inoltre rivelato la diminuzione dei tagli cesarei in travaglio. Il 5% delle donne trattate ha subito il cesareo per CTG (cardiotocografia) non rassicurante mentre nel gruppo di controllo la percentuale è dell’11%.
Riduzione del 100% ph cordonale patologico, che corrisponde all’asfissia fetale, molto pericolosa per il bambino. Nel gruppo trattato non è risultato alcun ph patologico, mentre in quello di controllo il dato risulta del 6%.
Anche le mastiti diminuiscono presentandosi nel 2% nel gruppo trattato. Il gruppo di controllo ha presentato il 10%.
Sul fronte del parto ha registrato un calo di parti operativi: solo il 2% del gruppo trattato ha dovuto ricorrere all’uso del Vacum Extractor, nel gruppo di controllo è avvenuto in 31 casi (11,3%).
L’uso dei probiotici inoltre ha favorito la guarigione delle PUPPP (pruritic urticarioid papules and claque of pregnancy), UNA comune dermatite pruriginosa osservata in gravidanza.
Un dato comune a tutte le donne trattate riguarda la durata del travaglio che è decisamente inferiore rispetto al gruppo di controllo per arrivare addirittura a 1 h e 36 minuti per una primipara, travaglio che si accorcia ulteriormente dal secondo parto in poi.
“Ridurre il travaglio significa ridurre il rischio di acidosi fetale – spiega il dottor Nigro – e rischi pericolosi per la salute del bambino come la paralisi celebrale infantile. Hanno mostrato il desiderio di partecipare a questo studio anche l’ospedale di Bolzano, perché si diffonda l’uso dei probiotici durante la gravidanza. È un bellissimo regalo che la mamma fa al proprio figlio ancora prima che nasca. Non tutti i probiotici hanno effetti sulla gravidanza, il punto essenziale è concentrarsi su probiotici produttori di triptofano e secondariamente melatonina e serotonina che svolgono un’azione sinergica con ossitocina, creando un parto breve ed efficace”.

Laura Fedel

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