Doveva rappresentare una rivoluzione contro l’assenteismo, ma il Polo Unico della medicina fiscale non è ancora effettivamente entrato a regime

È trascorso un anno dall’inaugurazione del Polo Unico della medicina fiscale, ma sembra che la tanto attesa rivoluzione contro l’assenteismo non sia ancora a regime come sperato. I soldi stanziati nel 2017 per questa iniziativa sono stati 17 milioni, 35 nel 2018 e 50 per il 2019.

A dichiararlo, sulla base degli ultimi dati Inps, sono i sindacati che rappresentano i medici fiscali, ovvero 1.200 professionisti che lavorano a chiamata e non hanno un contratto collettivo.

Partito a settembre 2017 il Polo Unico per la medicina fiscale prevede che anche le viste mediche per malattia nel settore pubblico vengano effettuate dall’Inps, così come già accadeva a quelle private.

La decisione di istituire il Polo Unico era finalizzata proprio alla possibilità di effettuare più controlli, e anche nel fine settimana. Il Polo ha permesso di effettuare 144mila visite nell’ultimo quadrimestre del 2017. Ciò ha rappresentato un calo del -13% dei certificati per malattia.

Tuttavia, i numeri del 2018 non sono altrettanto positivi.

Secondo i dati dall’Osservatorio Inps, nel secondo trimestre sono state effettuate 101.000 visite fiscali. Queste, unite a quelle del primo trimestre superano di poco le 200mila. Numeri troppo bassi che fanno riflettere.

Secondo Federica Ferraroni della Società della medicina previdenziale, assistenziale e fiscale (Simpaf), “si tratta di una cifra molto inferiore a quelle preventivate, circa 1,5 milioni l’anno”.

Questo però non significa che i risultati non si siano visti. Ciò in quanto “in questo periodo i certificati di malattia sono diminuiti del 2,2% e i giorni di malattia del 4,8%. Ma è molto meno di quanto si potrebbe fare, considerato che l’assenteismo nel pubblico è il quadruplo di quello del privato”.

Ma come migliorare, dunque, le prestazioni del Polo unico della medicina fiscale?

“È necessario – sottolinea Alfredo Petrone, segretario Settore Inps Fimmg – che la riforma del Polo Unico sia portata a compimento con la stipula dell’accordo collettivo nazionale che offra tutele, diritti e previdenza”.

Un intervento che, secondo Petrone, “ottimizzerebbe il servizio a budget invariato, con riduzione del costo per Inps della singola visita di controllo”.

 

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