L’Azienda ospedaliera deve oltre 100 mila euro di straordinari non pagati da gennaio agli infermieri e agli operatori sociosanitari

Straordinari non pagati da gennaio, per un totale di oltre 100 mila euro. È questa la cifra che infermieri e operatori sociosanitari dell’Azienda ospedaliera di Padova avanzano.
Una situazione che si protrae da diversi mesi e che ancora non ha trovato una soluzione.

La questione degli straordinari non pagati da gennaio è stata denunciata a più riprese dai sindacati. Il problema è stato portato all’attenzione dell’ultimo tavolo di concertazione con i vertici dell’azienda.

Tuttavia, il problema rimane: l’Azienda ospedaliera non corrisponde ai lavoratori il dovuto per il cosiddetto acquisto di prestazioni.
“L’acquisto di prestazioni – sottolinea Emiliano Bedon della Cisl – prevede che, su base volontaria, infermieri e operatori possano lavorare oltre le 36 ore settimanali previste dal loro contratto, uno straordinario che prevede la timbratura del cartellino con un codice specifico”.
E dove risiede il problema degli straordinari non pagati da gennaio?
Secondo Bedon, “dal primo gennaio di quest’anno non è più previsto per legge il ricorso a questo strumento che infatti la Regione non finanzia più. Ma nessuno qui in Azienda ha provveduto. Si è continuato a chiedere le ore e a farle lavorare, ma da dieci mesi non vengono pagate. Ormai tra infermieri e operatori, almeno un centinaio di lavoratori, avanzano oltre centomila euro”.

Come risolvere allora?

Pare che una soluzione per questa impasse sia giunta proprio dalla stessa Regione Veneto, che ha indicato una probabile via d’uscita.
“La Regione – conferma Bedon – avrebbe dato disponibilità di attingere dal fondo della legge Balduzzi, in origine riservata ai medici, quindi i soldi ci sarebbero per pagare questi straordinari al personale di comparto, ma non vengono corrisposti nonostante da mesi la questione venga caldeggiata nei tavoli di trattativa con la direzione”.
Intanto, mentre si cerca di risolvere la questione degli straordinari non pagati da gennaio, si apre un ulteriore fronte nella protesta.
Si tratta della sospensione, da due mesi a questa parte, dei pagamenti per il trasporto pediatrico.
La Regione – dichiara Bedon – aveva istituito un fondo destinato all’Azienda ospedaliera di Padova e a quella di Verona cui è demandato il trasporto dei pazienti pediatrici da un ospedale all’altro. È un servizio che svolgono gli infermieri di patologia neonatale e volontari di Pediatria, Pronto soccorso pediatrico, sempre fuori dalle 36 ore settimanali da contratto. Il fondo regionale è stato tradotto in una uguale somma messa a bilancio, quindi anche in questo caso i soldi ci devono essere”.
Ma, ciononostante, chi da due mesi a questa parte svolge il servizio – fondamentale – non viene retribuito.
“E sommato a tutto questo – conclude il sindacalista – c’è il grave problema della carenza di personale. Nonostante la Regione abbia autorizzato le assunzioni, finora si è riusciti a coprire solo il primo trimestre di quest’anno e all’appello mancano ancora un’ottantina di infermieri, cui si aggiungono altrettante maternità non sostituite. È una situazione di disagio pesante che non può continuare”.
 
 
 
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