Agenzia delle Dogane e dei Monopoli condannata a versare circa 32 mila euro a un lavoratore che aveva contratto un tumore polmonare a causa dell’ambiente di lavoro insalubre
Dal febbraio del 1977 al dicembre del 2003 aveva prestato servizio in una struttura adibita alla lavorazione di tabacco in provincia di Frosinone, con mansioni di operaio manutentore e aggiustatore. Nello specifico, era stato a contatto con l’impianto di cernita meccanica del tabacco, con costante esposizione a fattori di rischio quali polveri e gas dei macchinari. Nel 2003 gli era stato diagnostico un tumore polmonare, con successivo intervento chirurgico e sei cicli di chemioterapia. Quello stesso anno era stato dichiarato non idoneo al lavoro e messo a riposo.
A distanza di circa vent’anni il Tribunale di Cassino ha condannato l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli a versare all’ex lavoratore, oggi settantenne, una cifra pari a circa 32 mila euro, oltre spese legali, a titolo di risarcimento del danno biologico subito.
Il Giudice ha confermato la sussistenza del nesso di causalità tra la neoplasia contratta e le forti esalazioni di tabacco presenti nella struttura, all’epoca di proprietà del Ministero delle Finanze e ormai dimessa; esalazioni per far fronte alle quali sembra che l’Amministrazione dei Monopoli fosse solita distribuire ad ogni dipendente un litro di latte.
“L’insalubrità dell’ambiente di lavoro – si legge in un passaggio della sentenza riportato dal Messaggero – è stato accertato con sentenza del 2011 e confermata dalle dichiarazioni dei testimoni”.
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