Gli ospedali italiani rientrano nel mirino dei furti. Oggetto delle sparizioni sono i farmaci ad alto costo.

Dopo una breve tregua sono riprese le razzie di medicinali. A nulla dunque pare siano servite le indagini e anche degli arresti. Tra la fine di luglio e i primi giorni di agosto coinvolte le strutture a Isernia e Camerino, in provincia di Macerata. Ancora prima, a giugno, la Asl di Perugia ha registrato un ammanco di 870 mila euro di farmaci della distribuzione diretta.

A Camerino sono stati sottratti anticoagulanti e antitumorali per un valore di 40 mila euro mentre a Isernia si parla di 240 mila euro. A Camerino i ladri per accedere si sono serviti di una porta secondaria fra la farmacia e i locali dell’obitorio. Lo stesso passaggio utilizzato nel precedente furto risalente a gennaio di quest’anno dove l’ospedale aveva subito una perdita di 100 mila euro di medicine. La direzione dell’Istituto dunque non aveva provveduto ancora a installare un sistema di sicurezza e videosorveglianza che potesse scongiurare il replicarsi dell’azione criminosa.

Dall’Aifa arrivano inviti alla cautela circa l’allarme dei furti in ospedale. Il direttore dell’Ufficio qualità dei prodotti e contraffazione Domenico Di Giorgio tiene a sottolineare che è presto per parlare di nuova stagione dei furti. “Intanto aspettiamo di ricevere informazioni dettagliate sui furti – dice Di Giorgio – Perugia non conta, si è già capito che dietro ci sono mandanti locali. Per gli altri due, invece, a una prima analisi ci troveremmo di fronte a bande criminali che si sono buttate da poco nel nuovo business, ma servono conferme. Facciamo anche fatica a capire quali sono i canali che usano per ripulire le confezioni e poi piazzarle: gli alert già inviati non hanno dato frutti, escluderemmo la Germania tra le destinazioni perché ormai lì l’attenzione delle autorità è altissima”.

Pochi giorni fa infine all’ospedale di Terni sono stati sottratti sei colonscopi, per un valore di oltre 100 mila euro. Il capogruppo di Fratelli d’Italia Marco Squarta chiede di convocare i due direttori delle aziende sanitarie umbre per spiegare “quali sono le misure di custodia per farmaci costosi e attrezzature e quali sono le misure di sicurezza per evitare furti”. Per Squarta, “non è ammissibile che possano avvenire furti con questa facilità all’interno delle nostre strutture sanitarie”.

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