Alla paziente, donna di 74 anni con una stenosi superiore al 70% sarebbe stato applicato uno stent nella carotide sbagliata. Disposta una perizia collegiale per valutare la condotta dei sanitari

Tre medici chirurghi con specializzazione in cardiologia in servizio presso un ospedale privato polispecialistico sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Modena per lesioni colpose in ambito sanitario. Secondo l’ipotesi accusatoria, durante un intervento di angioplastica, avrebbero impiantato a una signora di 74 anni, uno stent nella carotide sbagliata, specificamente la sinistra anziché la destra.

L’episodio, risalente al maggio dello scorso anno, è riportato dal Resto del Carlino. In base a quanto ricostruito dal quotidiano, la paziente era finita sotto ai ferri per una stenosi dell’arteria superiore al 70%, emersa in seguito a un visita effettuata alcune settimane prima dallo specialista di fiducia, uno dei camici bianchi indagati.

Nel corso poi di una visita di controllo post operazione, effettuata a luglio, lo stesso dottore avrebbe sottolineato alla sua assistita come lo stent fosse stato posizionato alla perfezione, riferendosi asseritamente alla carotide sinistra. Quando la donna gli avrebbe fatto notare che l’arteria da trattare avrebbe dovuto essere quella destra, il professionista – secondo la testimonianza della paziente – avrebbe contattato la struttura sanitaria affinché venissero modificati i documenti relativi all’intervento.

La 74enne si era poi sottoposta a una visita in una clinica bolognese, che avrebbe confermato come la carotide destra presentasse ancora una riduzione dell’80-85% del suo volume.

La donna era quindi stata sottoposta a un nuovo intervento e, successivamente, aveva presentato denuncia nei confronti dei medici della struttura modenese.

La magistratura, al fine di valutare la condotta dei sanitari indagati nonché la sussistenza di un nesso di causa tra tale condotta e le lesioni riportate dalla donna per il presunto errore, ha chiesto una perizia collegiale nell’ambito dell’incidente probatorio.

La dirigenza dell’ospedale privato – come riferisce il resto del Carlino – si dice tuttavia fiduciosa che nelle sedi opportune sarà dimostrato il corretto svolgimento dell’intervento, in particolare, attraverso l’esame del filmato della procedura eseguita, acquisito dagli inquirenti al momento del sequestro della documentazione clinica.

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