I camici bianchi erano accusati di non aver diagnosticato tempestivamente la patologia che condusse all’ amputazione della gamba di un giovane 28enne, ma per i periti non sussistono responsabilità mediche

Il giudice monocratico del Tribunale di Imperia ha assolto, per non aver commesso il fatto, due medici dell’Ospedale di Imperia. I camici bianchi, un medico di pronto soccorso e una dermatologa, erano finiti sul banco degli imputati con il capo d’imputazione di lesioni colpose. Erano accusati di avere sbagliato la diagnosi nei confronti di un giovane che fu poi costretto a subire l’ amputazione della gamba sinistra.

La vicenda risale al 2011. Il ragazzo, secondo quanto ricostruito dalla stampa locale,  aveva avvertito una piccola pallina sottocutanea sull’arto inferiore. Si era quindi rivolto al medico di famiglia, che gli aveva prescritto una crema e un antibiotico. Successivamente però, visto il persistere del dolore, si era recato presso l’Ospedale del capoluogo di provincia ligure.

Al Pronto Soccorso l’allora 28enne era stato ricoverato in astanteria con la diagnosi di cellulite infettiva.

Il responso non era cambiato neppure dopo la visita di altri specialisti: una dermatologa, un virologo, un chirurgo e un chirurgo vascolare.

Dopo diversi giorni, perdurando il suo malessere, i medici decisero di disporre il trasferimento all’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure. Qui stando alla testimonianza dello stesso paziente, gli venne diagnosticata una fascite necrotizzante che condusse all’ amputazione della gamba.

Ne scaturì una vicenda giudiziaria che si è conclusa nelle scorse ore con l’assoluzione degli imputati. Decisiva in tal senso sarebbe stata la relazione dei periti nominati dal pm. Secondo i consulenti, in particolare,  la fascite necrotizzante, una patologia rarissima, potrebbe essere stata ‘mascherata’ dall’antibiotico somministrato dal medico curante. Peraltro, permangono dubbi circa il fatto che, anche nel caso in cui la patologia fosse stata diagnosticata, si sarebbe potuta evitare l’amputazione. Lo stesso Pubblico Ministero aveva quindi chiesto l’assoluzione dei due professionisti.

 

 

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