La fotografia dell’Iss: percorso nascita e screening dei tumori femminili i punti di forza dei consultori familiari, ma sono ancora da rafforzare l’assistenza nel dopo parto e gli interventi nelle scuole dedicati ai giovani

Dal concepimento fino alla nascita, per tutta l’adolescenza e anche nell’età adulta i consultori familiari tutelano la salute della donna e del bambino. Sono troppo pochi rispetto ai bisogni della popolazione ma offrono servizi essenziali con differenze nelle diverse aree del Paese.

E’ questa la prima fotografia scattata dall’Istituto Superiore di Sanità grazie al progetto CCM “Analisi delle attività della rete dei consultori familiari per una rivalutazione del loro ruolo con riferimento anche alle problematiche relative all’endometriosi” finanziato e promosso dal Ministero della Salute e coordinato dal Reparto Salute della Donna e dell’Età Evolutiva dell’ISS.

In base a questa prima indagine sui modelli organizzativi, le attività e le risorse, effettuata su 1.800 consultori italiani, è emerso che il loro numero sul territorio è quasi la metà in rapporto ai bisogni della popolazione.  In Italia, infatti, vi è un consultorio ogni 35.000 abitanti sebbene la legge 34/96 ne preveda uno ogni 20.000.

La differenza tra le regioni è così marcata che in sette il numero medio di abitanti per consultorio è superiore a 40.000.

“I consultori risultano da questa prima analisi un servizio unico per la tutela della salute della donna, del bambino e degli adolescenti – afferma Laura Lauria dell’ISS, responsabile scientifico del progetto – nonostante la frequente indisponibilità di risorse dedicate e la carenza di organico, tutti i consultori svolgono un’insostituibile funzione di informazione a sostegno della prevenzione e della promozione della salute della donna e in età evolutiva. Accompagnano il percorso nascita seguendo le donne in gravidanza e nel dopo parto, offrono lo screening del tumore della cervice uterina e garantiscono supporto a coppie, famiglie e giovani, sebbene con diversità per area geografica suscettibili di miglioramento”.

Sono servizi prevalentemente dedicati alla salute materno infantile, le cui aree più consolidate di attività sono l’assistenza al percorso nascita e al percorso IVG e gli screening oncologici per i tumori femminili.

“Il ruolo dei consultori – sottolinea Serena Donati, Direttore del Reparto Salute della Donna e dell’Età Evolutiva – è stato e rimane strategico per il forte orientamento alla prevenzione e alla promozione della salute, la multidisciplinarietà dell’équipe professionale e l’approccio olistico alla salute. Nell’ambito della promozione della procreazione consapevole e responsabile, i consultori hanno contribuito a ridurre le Interruzioni Volontarie di Gravidanza nel Paese di oltre il 65% dal 1982 al 2017. Rimane critica l’offerta gratuita dei contraccettivi che è garantita dal 25% dei consultori e l’offerta di interventi di educazione all’affettività e di promozione delle salute nelle scuole che riguardano meno della metà dei servizi.”

Sulla ricerca dell’Iss è intervenuto anche il Ministro della Salute Roberto Speranza.

“I consultori – ha affermato – vanno difesi e rilanciati. In questi anni non sono stati valorizzati come avrebbero potuto. Sono strutture fondamentali per la salute pubblica: a cominciare da quella delle donne e dei bambini. Forniscono servizi di grandissima rilevanza sociale e sanitaria e sono tutte prestazioni che vengono fornite sostanzialmente in modo gratuito”.

“Ringrazio l’Istituto Superiore di Sanità, i responsabili scientifici del ministero della Salute e tutti i soggetti coinvolti in questa accurata analisi. Un’analisi – ha aggiunto – che ci mette di fronte alla grande disomogeneità territoriale e di servizi che oggi presentano i consultori. Questo sicuramente influisce sull’accesso degli utenti, ma, dove il rapporto consultori-abitanti-servizi è più virtuoso, vediamo che si arriva a punte di oltre il 60%. È il segno che dei consultori se ne sente sempre il bisogno”.

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