Due medici sono finiti a giudizio per aver eseguito una gastrectomia totale a una paziente di 53 anni a cui era stato diagnosticato un tumore maligno poi rivelatosi inesistente

La Procura di Monza ha disposto la citazione diretta a giudizio per lesioni colpose gravissime di due medici, rispettivamente “primo” e “secondo” chirurgo in un intervento di gastrectomia totale eseguito nell’aprile del 2016 a una donna di 53 anni presso l’IRCCS Multimedica di Sesto San Giovanni. 

Un’operazione che si sarebbe rivelata del tutto superflua in quanto la diagnosi di tumore maligno che spinse la donna ad acconsentire all’intervento si sarebbe rivelata totalmente sbagliata e priva di qualsiasi riscontro. Questa per lo meno l’ipotesi accusatoria mossa nei confronti dei professionisti.

In base a quanto scrive il Pubblico ministero titolare del fascicolo, i due camici bianchi “componenti l’equipe che ha prescritto, programmato, gestito ed effettuato l’intervento”, tra le altre cose, avrebbero “interpretato in maniera completamente errata la Egds (esofago-gastro-duodenoscopia,ndr) e la Tac addominale del 31 marzo 2016”.

Inoltre, avrebbero “formulato un’errata diagnosi di carcinoma gastrico” senza “attendere l’esito delle biopsie eseguite”. Assenza di esiti di cui, sempre secondo l’accusa, non avrebbero informato la donna. Né tantomeno le avrebbero spiegato “le ragioni della scelta di eseguire un’asportazione totale rispetto alla possibilità di procedere ad una asportazione parziale dell’organo”.

Infine, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, gli imputati, nel corso dell’intervento non avrebbero eseguito biopsie per “acquisire ulteriori elementi di valutazione”. E non avrebbero nemmeno rispettato le “linee guida in materia che impongono, ove possibile, di privilegiare un’asportazione parziale”.

L’asportazione dello stomaco avrebbe provocato alla paziente  una “malattia certamente o probabilmente insanabile”.  La donna, per circa dieci mesi dopo l’intervento, non sarebbe più riuscita ad avere una vita normale, perdendo circa 30 kg.

La prossima udienza del processo è fissata per il 17 settembre. Nell’ambito del procedimento la signora è parte civile. Il suo legale ha evidenziato poi che  “insieme all’inaudita gravità del comportamento negligente ed imperito mantenuto dagli imputati, l’incomprensibile ed inaccettabile indifferenza mostrata sia da questi, sia soprattutto dalla struttura sanitaria in cui questi operavano ed operano, nei confronti delle sorti della paziente e delle immani sofferenze a lei inferte”.

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