L’ideatore del ddl ha fatto il punto sul nuovo testo nel corso di un incontro organizzato a Milano dall’Omceo

Scade l’11 maggio il termine per presentare emendamenti alla legge che riforma la responsabilità sanitaria. Il testo, attualmente in discussione in Commissione Sanità al Senato, esclude la responsabilità penale del medico, salvi i casi di colpa grave, e trasforma la responsabilità civile di sanitari dipendenti e convenzionati in extracontrattuale, con prescrizione a 5 anni e non più 10 e onere della prova a carico dei pazienti.

Nel corso di un convegno organizzato nei giorni scorsi dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano, Federico Gelli, responsabilità sanità del Pd e ideatore della legge, ha preso un impegno preciso: “Tra senatori e deputati – ha affermato il parlamentare – prendiamo l’impegno di approvarla in via definitiva prima dell’estate, salvo imprevisti”. Gelli ha sottolineato come, con il ddl, si debba fare salto indietro nel tempo, al 1999, quando la Cassazione introdusse il principio del contratto sociale tra medico e paziente; una sentenza che trasformava la responsabilità medica in contrattuale e dopo la quale si è moltiplicato il contenzioso. “Oggi ci sono 30 mila nuove cause l’anno in sanità – ha affermato il deputato – nei nostri tribunali sono in corso 250-300 mila contenziosi e ciascuno dura in media 8 anni se parliamo di processi civili; ciò ha prodotto un boom della medicina difensiva con sprechi di denaro pubblico. Noi stiamo riportando le lancette indietro rispetto a quella sentenza e dando elementi in più e sicurezza al sistema”.

Nell’ambito del mondo professionale il nuovo testo sulla responsabilità è molto atteso. Il presidente Omceo, Roberto Carlo Rossi, ha sostenuto – partendo dal presupposto della necessità di un lavoro di prevenzione attraverso la costruzione di un miglior rapporto medico-paziente, al fine di evitare il proliferare dei contenziosi –  l’importanza di trovare un equilibrio anche normativo tra le esigenze di tutela del cittadino e quelle del personale sanitario, ridando agli operatori la necessaria tranquillità nel loro lavoro. “Non si può pensare – ha affermato Rossi – che non ci siano più neurochirurghi come in certi stati Usa per via delle pendenze. Il medico va lasciato tranquillo. Non rivendichiamo un primato della professione, ma la nostra usa strumenti taglienti e somministra veleni per interagire con funzioni ‘guaste’ dell’organismo e di ciò si deve tenere conto”. Rossi ha sottolineato come il testo in discussione, allineando positivamente la legislazione italiana a quella europea e dei Paesi industrialmente avanzati, vada nella giusta direzione.

L’ispiratore del ddl, l’ex presidente Fnomceo e ora senatore Amedeo Bianco, si è detto fiducioso che la legge colga i due obiettivi di tranquillizzare i sanitari e di evitare sprechi da medicina difensiva, ricordando che sarà cambiato il codice penale, all’articolo 590 quater, per sostituire l’omicidio colposo con la morte e lesioni colpose. Bianco ha sottolineato l’importanza dell’aver portato a sistema casi che, nel corso degli anni, sono stati affrontati, dal punto di vista normativo, solo singolarmente. Inoltre, ha analizzato i punti che restano controversi, come la possibilità di interpretare diversamente il periodo di prescrizione, e ha portato l’attenzione su alcune questioni per le quali il testo del ddl è ancora perfettibile, quali la rivalsa e le linee guida che scagionano da colpa grave se seguite dal medico, la cui redazione è affidata a società scientifiche certificate.

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