Tra gli indagati figurano medici, avvocati e carrozzieri. Grazie alla messa in scena di decine di incidenti avrebbero realizzato oltre 5 milioni di euro
Sono ben 48 le richieste di rinvio a giudizio avanzate dal Pubblico ministero della Procura di Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta che ha fatto emergere una presunta serie di operazioni truffaldine realizzate simulando incidenti stradali mai esistiti per raggirare le agenzie assicurative.
Tra gli indagati figurano medici, avvocati, carrozzieri, accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona, truffa aggravata, falso, frode fiscale, intestazione fittizia di beni. La decisione del Gup è attesa per la prossima udienza in programma il 5 giugno.
Le indagini, durate circa tre anni e basate su intercettazioni ambientali e telefoniche, avevano condotto nel maggio del 2014 a una vasta operazione condotta dagli uomini della Guardia di Finanza, denominata “Violentemente investito”. L’inchiesta era partita dalla ‘soffiata’ di un collaboratore di giustizia che aveva spiegato il sistema adottato per mettere in atto la truffa
Le Fiamme Gialle, in base a un’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari su richiesta della Procura, avevano eseguito sei provvedimenti di custodia cautelare in carcere e 11 agli arresti domiciliari, mentre furono in tutto 156 le persone denunciate che avrebbero ottenuto gli indennizzi sulla base dei falsi incidenti versando una parte delle somme ricevute agli organizzatori della truffa.
L’operazione, inoltre, aveva portato al sequestro di beni per un valore di due milioni di euro, oltre all’emissione di multe per reati fiscali per 700mila euro. Il valore delle truffe realizzate, invece, sarebbe stato di oltre 5 milioni di euro, realizzati tra il 2009 ed il 2012 grazie alla truffa perpetrata ai danni, oltre che delle compagnie di assicurazione, anche del Fondo di garanzia delle vittime della strada.
