Due medici si trovano sotto inchiesta per il decesso di un uomo morto a 49 anni dopo essere stato dimesso dall’ospedale: aveva fortissimi dolori addominali

Ci sono due medici indagati per il caso di un uomo, morto a 49 anni dopo essere stato dimesso per ben due volte dall’ospedale. È accaduto ad Alghero.

Protagonista di questo drammatico episodio è un uomo di 49 anni affetto da problemi psichici.

Tutto è iniziato il 25 settembre scorso. Il 49enne accusava dolori all’addome, così intensi da convincere il padre a chiamare subito un’ambulanza perché trasportasse il figlio in ospedale. Al pronto soccorso il paziente è arrivato intorno alle 20.

I sintomi erano una forte rigidità dell’addome e dolori molto intensi.

Il medico di turno – come riporta La Nuova Sardegna – ha richiesto una radiografia e una consulenza chirurgica. Eseguito questo esame l’uomo è stato dimesso con una diagnosi di occlusione intestinale.

A quel punto, è stata suggerita una terapia che potesse aiutarlo a liberare l’intestino ed è stato dimesso. Ma una volta giunto a casa, i dolori non si sono placati.

Siamo al 26 settembre, e il padre decide di riaccompagnare il figlio al pronto soccorso dell’ospedale Civile.

In base alle prime ricostruzioni degli inquirenti, qui sarebbe stata riconfermata la stessa diagnosi del giorno prima.

Arrivano dunque le dimissioni, nonostante il 49enne lamentasse forti dolori.

Giunti a casa, intorno a mezzogiorno, l’uomo si è seduto su una sedia intorno al tavolo della cucina mentre suo padre preparava un tè. Dopo essersi allontanato per poco in un’altra stanza, al ritorno ha trovato il figlio morto, seduto in cucina.

Poi si è spostato in un’altra stanza dell’abitazione per sbrigare una faccenda e quando è tornato in cucina lo ha trovato morto.

Immediatamente sono stati allertati i medici del 118 che hanno tentato invano di rianimarlo.

Adesso il caso è sotto la lente d’ingrandimento del sostituto procuratore della Repubblica di Sassari Paolo Piras che ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo.

Attualmente, sono due i medici iscritti nel registro degli indagati: un chirurgo e un medico del pronto soccorso.

La magistratura ha sequestrato la cartella clinica e verrà effettuata a breve l’autopsia. Lo scopo è capire se siano stati eseguiti tutti gli accertamenti necessari per definire con precisione la diagnosi.

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