Una presunta omissione di soccorso avrebbe provocato la morte di un uomo di 66 anni a Milano. Ne è convinta la moglie dell’uomo, una 65enne residente a Garbante Milanese, che ha sporto denuncia ai carabinieri di Rho contro il personale sanitario in servizio presso l’ospedale Sacco del capoluogo lombardo nel pomeriggio di martedì scorso.

Secondo la ricostruzione dei fatti riportata dalla denuncia, l’uomo – affetto da patologie cardiache – si sarebbe presentato al pronto soccorso del Sacco intorno alle 17, lamentando una faringodinia, cioè un’infiammazione della faringe che provoca un forte dolore alla gola e difficoltà nel deglutire, nonché un “rigonfiamento dell’arco palatino“.

Sempre stando alla ricostruzione della donna, il personale sanitario del Sacco avrebbe consigliato alla coppia di recarsi altrove, in ragione della lunga attesa che avrebbero dovuto affrontare e dell’assenza di uno specialista otorino-laringoiatra.

Nel parcheggio dello stesso ospedale, l’uomo sarebbe stato colto da arresto cardiaco. I rianimatori del Sacco avrebbero immediatamente effettuato le manovre di rianimazione cardiopolmonare, trasferendo il paziente al pronto soccorso. Dove però, intorno alle 18,30, è stato constatato il decesso.

Per questo, come detto, la moglie ha poi presentato denuncia ai carabinieri. A seguito di ciò, l’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro della cartella clinica e l’autopsia.

Diversa la versione fornita dai responsabili dell’ospedale. In particolare, dal Sacco fanno sapere che l’uomo avrebbe deciso di sua iniziativa di recarsi presso una diversa struttura, dopo aver atteso circa un’ora ed essendo stato informatiche a quell’ora non era disponibile uno specialista in otorinolaringoiatria. Inoltre, dal Sacco riferiscono anche che non erano stati rilevati problemi respiratori, che d’altra parte anche l’uomo non aveva denunciato.

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