Aumentano le donne che si sottopongono a mastectomia non solo dopo diagnosi di tumore al seno, ma anche a scopo preventivo. «Responsabile Civile» ha chiesto il parere del chirurgo plastico Vito Contreas

Il Ministero della Salute degli Stati Uniti ha rivelato i dati della clamorosa crescita delle mastectomie a cui le donne si sottopongono non solo dopo diagnosi di tumore al seno, ma anche a scopo meramente preventivo.

Secondo il rapporto, tra il 2005 e il 2013 è aumentato del 36% il numero di donne che si è sottoposto a mastectomie singole o doppie; è praticamente raddoppiato, invece, il numero di quante hanno scelto di agire preventivamente con questo intervento molto radicale a fronte di tendenze genetiche (il caso più famoso è quello dell’attrice Angelina Jolie): si va dalle due donne ogni 100.000 registrate nel 2005, alle 4 nel 2013.

«Responsabile Civile» ha chiesto un parere al chirurgo palstico Vito Contreas. Pur osservando che in alcuni casi si esagera con la paura, l’aumento del numero di interventi di mastectomia, spiega il medico, è dovuto a diversi fattori. In primis, si è presa coscienza del fatto che il tumore al seno «è una malattia bilaterale, degli organi mammari e non una malattia della singola mammella. Non si tratta di una lesione che una volta trattata può essere archiviata». Maggiore consapevolezza e cultura, dunque, hanno fatto sì che oggi, «se una donna sta trattando una mammella, con molta più disinvoltura affronta l’idea di trattare anche l’altra. E questo prima non accadeva».

Insomma, sono certamente aumentate le profilassi nelle donne a grosso rischio e si può dire che «sia oncologicamente, sia esteticamente non è più una cosa così svantaggiosa operare il secondo seno». Se, infatti, «una volta, essere mastectomizzati significava prendersi una sciabolata sul torace e avere un emitorace completamente piatto, sfigurato; adesso, il discorso è diverso: si è presa un po’ più la mira nei confronti del cancro. Quando la lesione è profonda e lontana, verso l’ascella, quando i rapporti con l’aureola e il capezzolo sono rapporti di distanza importante, in tutti questi casi si tende a risparmiare tutto l’involucro mammario. La mammectomia, il cosiddetto svuotamento con ricostruzione, in molti casi è addirittura premiante da un punto di vista estetico».

Va considerata dunque, anche una maggiore facilità d’intervento anche sotto il profilo estetico, dovuta ai progressi della chirurgia plastica, sebbene si tratti in ogni caso di un intervento importante e radicale.

Quello che rileva il Dott. Contreas, perciò, è che la situazione attuale è molto diversa rispetto anche solo a qualche anno fa; questo grazie alla consapevolezza della malattia: «molte meno donne mettono la testa sotto la sabbia e c’è un atteggiamento molto più maturo e anche un po’ più colto» soprattutto per quel che riguarda gli aspetti della profilassi.

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