Il Tribunale ha riconosciuto ai familiari della vittima, morta per shock settico da endocardite batterica dopo aver dato alla luce il secondo figlio, un risarcimento pari a circa 1,5 milioni di euro

Morì a 19 anni, circa un mese dopo aver dato alla luce il secondo figlio. A stroncarla fu un’infezione da Staffilococco aureus che – secondo il Tribunale di Palermo – non sarebbe stata correttamente individuata e curata. Il fatto risale all’inizio e del 2015. La ragazza era stata sottoposta a taglio cesareo il 13 gennaio. Dimessa il 18, a distanza di alcuni giorni era stata costretta a tornare in ospedale, dove era deceduta l’8 febbraio a causa di “insufficienza multi organo (Mof) terminale, secondaria a shock settico da endocardite batterica”, insorta dopo il parto, “in soggetto affetto da stenosi sottovalvolare aortica di severa entità”.

A distanza di oltre sei anni il Giudice civile ha condannato la struttura sanitaria in cui la donna partorì a risarcire i congiunti della giovane. La cifra ammonta a circa un milione e mezzo di euro, ripartita tra il compagno e il primo figlio, i genitori e i tre fratelli della vittima.

Per i consulenti incaricati – come riferisce Palermo Today – sarebbe infatti “certa la responsabilità della struttura convenuta per il ritardo nella corretta profilassi antibiotica preoperatoria e per la gestione del post operatorio, tenuto conto delle condizioni specifiche della paziente e delle pregresse e note condizioni della stessa”. Errori che avrebbero “condotto all’insorgenza, con ragionamento probabilistico, della infezione poi sviluppatasi sino all’exitus”.

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