Il Dicastero della Salute dovrà versare circa un milione di arretrati più seimila euro al mese per i danni procurati dai vaccini somministrati a un militare in partenza per una missione all’estero

Il Tribunale di Catania ha condannato il Ministero della Salute a indennizzare un militare per i danni procurati dai vaccini somministrati prima di partire per una missione militare all’estero. Si tratta di una cifra pari a circa un milione di euro per quanto riguarda gli arretrati, più circa seimila euro al mese per tutto l’arco della vita.

Il fatto risale all’anno 2000. L’uomo, prima della partenza si era sottoposto a una dose massiccia e continua di vaccini (sette dosi in quattro giorni, tra le quali anti epatite A e B). A distanza di due anni aveva iniziato ad accusare i primi sintomi, ma solo nel 2009 gli era stata diagnosticata una epatopatia cronica di natura da definire.

Da li aveva preso il via una battaglia legale con la Commissione Medico Ospedaliera di Palermo che non aveva riconosciuto alcun nesso tra la malattia e le vaccinazioni praticate negli anni.

Quindi, l’uomo aveva deciso di rivolgersi al Tribunale di Catania, sezione Giudice del Lavoro.

Quest’ultimo aveva ritenuto di accogliere il ricorso basandosi sulle conclusioni di una Consulenza tecnica di ufficio appositamente disposta.

Il CTU, nella perizia medico legale, ha evidenziato che “non si vuole mettere in dubbio la sicurezza del vaccino”; sotto accusa, nel caso in esame, sono invece i metodi di somministrazione in ambito militare. “La somministrazione di così tanti vaccini in tempi così ristretti – specifica l’esperto –  comporta dei rischi, soprattutto perché in molti casi non viene valutato lo stato di salute del soggetto”.

Il Consulente, dunque, non mette in dubbio la sicurezza del vaccino, ma la tecnica di somministrazione plurima in poco tempo e senza adeguati controlli medici da parte dei militari che partono per le missioni all’estero.  “Emerge spesso che sui militari – scrive nella perizia il medico legale – le dosi di vaccinazione sono fatte in pochi giorni senza valutare lo stato di salute e, soprattutto, un’eventuale immunodepressione del soggetto”.

Il militare – conclude il Consulente- è affetto da epatite cronica a forte impronta colestatica di verosimile natura autoimmune. A suo avviso esiste, quindi,  un nesso casuale tra le vaccinazioni praticate e la patologia di cui il militare è affetto.

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